Home Attualità Reato universale la maternità surrogata: l’Arci protesta

Reato universale la maternità surrogata: l’Arci protesta

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Approvato un emendamento della maggioranza che prevede la punibilità dei soli cittadini italiani e che dichiara la gestazione per conto di altri reato universale, cioè perseguibile anche se commesso all’estero. Per il via libera formale mancano ancora i pareri delle commissioni ma il provvedimento è atteso in aula per il prossimo 19 giugno. Contrario il Pd che però non ha fatto alcun ostruzionismo.

All’attacco invece l’Arci che esprime “forte preoccupazione sull’utilizzo di parole in grado di condizionare il senso comune, spostando in modo fuorviante il dibattito pubblico sul concetto di ‘reato universale’ dei genitori, invece di ragionare sull’urgenza di tutelare i ‘diritti universali’ di bambine e bambini”. 

E continua: “Le politiche sulle famiglie che la maggioranza al governo di questo paese sta perseguendo sono emerse ‘senza veli’ in occasione degli Stati generali della natalità, che si sono tenuti il 12 e 13 maggio ai quali hanno partecipato 42 ospiti di cui solo 9 donne”. Donne comunque “ignorate come soggetti pur piuttosto importanti della procreazione!’. 

Per Arci, “assai preoccupante e ideologico appare anche il modo con cui Giorgia Meloni e i suoi fratelli affrontano la gestazione per altri, alla quale in Italia fanno ricorso in modo largamente prevalente coppie eterosessuali, ma che nelle parole propagandistiche del governo riemerge solo in relazione alle coppie omogenitoriali da ‘disciplinare’. Ora il governo vuole creare il ‘reato universale’ di maternità surrogata, imponendo l’applicazione della legge italiana anche all’estero e prevedendo di perseguirlo, a prescindere da come la condotta sia qualificata all’estero, senza tener conto che il concetto di ‘reato universale’ non esiste nel linguaggio giuridico, sorvolando su una questione non certo di poco conto: nel nostro ordinamento la Gestazione per altri è un reato che prevede per chi viola la legge la reclusione da 3 mesi a 2 anni e la multa da 600.000 a un milione di euro”. 

Conclude Arci: “I diritti delle bambine e di bambini sono universali. Vogliamo anche sottolineare che il diritto di famiglia in Italia è fermo ad un impianto degli anni ’70! Per questo auspichiamo una stagione di riforme che affronti anche i tanti aspetti correlati a questo, non solo in tema di omogenitorialità, ma anche le adozioni, gli affidi e tutto ciò che può migliorare la vita di genitori e figli”.