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Recupero debiti formativi: proteste di Cgil e Anp

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Una breve nota del Ministero sulla questione del recupero dei debiti formativi inviata ai direttori degli uffici scolastici regionali sta sollevando pesanti critiche da parte sindacale.
Ad essere messo sotto accusa è soprattutto un paragrafo in cui il Ministero invita i direttore regionali “ad informare i dirigenti scolastici che, attesa la rilevanza dell’obiettivo, la tempestività, la flessibilità e l’adeguatezza degli interventi di sostegno e di recupero costituiscono elemento primario di valutazione ai fini della retribuzione dell’indennità di risultato e del conferimento e revoca degli incarichi dei dirigenti scolastici”
Ad aprire la polemica, poche ore dopo la diramazione della nota ministeriale, è stata l’Associazione nazionale presidi che parla di lettera dal “tono minaccioso” e  sottolinea come l’invito appaia “infondato e inapplicabile per la ragione che l’Amministrazione non ha provveduto ad adottare i criteri generali e le procedure che devono informare il sistema di valutazione, così come previsto dall’art. 20, comma 2, della CCNL dell’Area V, fatto che impedisce ai Direttori Generali degli USR di attivare alcuna iniziativa che abbia carattere valutativo e sanzionatorio”.
Secondo l’Anp la nota odierna del Ministero rientra perfettamente nella logica “tutta amministrativa e burocratica dell’O.M. n. 92” che  già apriva le porte ad una conclusione che per l’Anp risulta inaccettabile: “Si individua il dirigente come l’unico soggetto portatore di una responsabilità precisa, ma di fatto lo si tiene fuori del novero dei decisori ed anche degli organizzatori delle attività di recupero; la sua figura, quando viene evocata dall’Ordinanza (per lo più indirettamente), appare come quella di un esecutore o – al massimo – di un mediatore fra una folla di punti di vista, pareri, contrattazioni, criteri, modalità ed altro. Con l’aggravante dello squilibro fra i compiti connessi alla sua funzione e gli strumenti e le risorse disponibili per farvi fronte”.
 Altrettanto netto è il giudizio negativo di Cgil-Flc che parla di “inaccettabili avvertimenti ai dirigenti scolastici” e di un “modo caporalesco di rapportarsi alla scuola”.
“Forse – ironizza Flc – il Ministro sente che il meccanismo del recupero dei debiti, che costituisce di fatto un ritorno di fatto agli esami di riparazione,è di difficile funzionalità e già cerca dei responsabili”
“Di certo – prosegue il sindacato di Enrico Panini – si ripete l’errore già fatto su un altro terreno, quando si indicarono i dirigenti scolastici come i responsabili dei debiti per supplenze, salvo fare marcia indietro e dichiarare pubblicamente che mancavano all’appello – visti i tagli operati dal governo Berlusconi – oltre mille milioni euro, dal momento che le scuole avevano applicato leggi e contratti per assicurare il servizio istituzionale scolastico garantito dalla Repubblica”.
Un fatto in ogni caso è certo: i provvedimenti che finora il Ministro ha emanato in materia di recupero dei debiti formativi non solo sono poco chiari ma stanno creando parecchio malumore fra gli operatori scolastici. I 50 euro orari promessi per i corsi di recupero potrebbero non bastare per far funzionare l’intero meccanismo.