Home Alunni Reggio Calabria, per uno studente su tre le leggi sono trasgredibili

Reggio Calabria, per uno studente su tre le leggi sono trasgredibili

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Uno studente delle superiori su tre frequentante gli istituti superiori della provincia di Reggio Calabria sarebbe pronto, sia pure potenzialmente, a trasgredire la legge. E per quattro su dieci il fenomeno della ‘ndrangheta scatena sentimenti di pura indifferenza.

Le indicazioni arrivano da Sos Impresa, associazione anti racket ed usura facente parte del sistema Confesercenti, che con il contributo della Provincia ha somministrato un questionario a settecento studenti di sei istituti diversi: Piria, Panella, Boccioni, Frangipane, Righi e Conservatorio di musica.

“Perplessità – è scritto in una nota dell’associazione – giungono dalle risposte alla domanda ‘la legge va rispettata in generale ma qualche volta è ammesso trasgredirla’. Per il 12,1% è ammesso trasgredirla di molto; abbastanza per il 21,2%. ‘Poco’ per il 33,2%. Dati che la dicono lunga sulla necessità da parte delle istituzioni culturali, in primis la scuola, ad un lavoro ancora più incisivo. Perplessità confermate, assieme ad una buona dose di inquietudine, dalle risposte alla domanda ‘la legge va rispettata soltanto quando la si ritiene giusta’: d’accordo, ‘molto’, il 19,3%; ‘abbastanza’ per il 21%. Da qui si può comprendere il substrato culturale in cui vivono gli studenti interrogati che li porta a pensare di rispettare la legge solo nel caso in cui la stessa soddisfa le proprie personali aspettative di giustizia”.

“Fanno riflettere”, secondo Sos Impresa, anche le risposte sulla ‘ndrangheta “perché il 22% degli intervistati, ‘quando sente parlare di ‘ndrangheta ritiene che sono problemi che esistono ma che non riguardano la propria persona e la propria famiglia, anche perché sono confinati in altre zone del Paese’. Risposte che se sommate a quelle, 19,9%, del tipo ‘sono problemi che esistono ma che televisione e giornali esagerano per fare audience’, dimostrano che oltre il 40% dei ragazzi rimane quantomeno indifferente, e quindi poco propenso all’impegno in prima persona. E sul fenomeno dell’usura il 16,2% non lo conosce ed il 30,9% lo conosce poco; il racket il 21,8% non lo conosce per nulla, mentre il 31,1% lo conosce poco”. Sull’operato delle forze dell’ordine e della magistratura nel contrasto alla criminalità “per il 20,1% il grado di fiducia è ‘nulla’ e per il 14,1% è ‘poco'”.

I dati indicano, insomma, che rispetto all’illegalità e alla criminalità una bella fetta di studenti è già vinta da convinzioni distorte. E anche dalla rassegnazione.