Home Attualità Renato Brunetta, il peggior ministro possibile, parola di Flc-Cgil

Renato Brunetta, il peggior ministro possibile, parola di Flc-Cgil

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A leggere il documento della Flc-Cgil sulla nomina di Renato Brunetta al Ministero della Pubblica Amministrazione sembra di tornare a 10 anni fa quando i contrasti fra il ministro e la Cgil (e per la verità anche gli altri sindacati) erano all’ordine del giorno.
Ma, almeno a nostra memoria, mai si era arrivati a usare giudizi così pesanti come questa volta.

Il sindacato di Francesco Sinopoli afferma che Renato Brunetta verrà valutato dai fatti, “ma – aggiunge subito – ad oggi una cosa è certa, il ministro della Pubblica Amministrazione Brunetta è proprio il peggior ministro possibile e non certo per un pregiudizio, ma perché il bilancio delle politiche che ha messo in atto nel suo precedente mandato da ministro della PA sta lì a dimostrarlo e, in quest’ottica, il fatto che il Presidente del Consiglio gli abbia affidato proprio lo stesso dicastero rappresenta in tutta evidenza un problema e un grave elemento di preoccupazione”.

Il documento è un susseguirsi di accuse nei confronti del Ministro Brunetta: “Quello subito dai lavoratori pubblici negli anni in cui Brunetta è stato ministro è stato un attacco durissimo quanto nel merito ingiustificato, sicuramente strumentale al nefasto progetto di forte riduzione del perimetro dell’intervento pubblico e in particolare del welfare state”.

Per affrontare la crisi economica del 2008, sostiene la Flc-Cgil, il Governo di allora non fu in grado di attivare azioni sul fronte delle entrate e “la scelta fu quindi di imporre forti limitazioni alla spesa pubblica e in questo il ministro Brunetta è stato senza ombra di dubbio uno dei principali attori, orchestrando la campagna denigratoria verso i lavoratori della P.A., additati all’opinione pubblica come responsabili dell’inefficienza e della scarsa qualità dei servizi”

“Questo – aggiunge il sindacato – ha preparato il terreno per imporre il blocco del turn over, il blocco delle retribuzioni e dei contratti nazionali di lavoro, il taglio del salario accessorio e la produzione di norme improntate ad una logica punitiva nei confronti di tutti i lavoratori della P.A. e di attacco al ruolo del sindacato e della contrattazione integrativa. Risulta ben evidente come rispetto ai provvedimenti adottati la lotta ai cosiddetti “furbetti del cartellino” centrasse ben poco!”

Il documento sindacale si conclude con un “avvertimento” al Ministro e all’intero Governo: “Vigileremo con la massima attenzione per farci trovare pronti, se del caso, a mettere in campo la più forte iniziativa di cui saremo capaci, con la determinazione che ci è data dalla consapevolezza che un ritorno al passato né i lavoratori pubblici né il Paese se lo possono permettere!”