Home Archivio storico 1998-2013 Attività parlamentare Renzi vince alle primarie del Pd

Renzi vince alle primarie del Pd

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“Se milioni di italiani sono andati a votare vuol dire che il cambiamento è necessario”, così Matteo Renzi ieri sera quando i risultati della consultazione per eleggere il segretario nazionale del Partito democratico si stavano concludendo, dando a lui la vittoria col 68% di preferenze.
“Tocca a noi che andavamo alle medie quando cascava il muro di Berlino”, ha detto fra le altre cose dal palco della vittoria di Firenze ringraziando i tanti elettori e i volontari. E poi un affondo: “Non è la fine della sinistra, è la fine di una classe dirigente della sinistra”, mentre la gente del centrosinistra, e più in generale la gente, vuole cambiare.


E Renzi in effetti, come ricordava Giuliano Ferrara, è il primo segretario del Pd che per ragioni anagrafiche (classe 1975) non ha mai trovato sulla scheda elettorale i simboli del Pci e della Dc.
Fra i punti del suo discorso, interrotto da applausi, c’è stato pure un riferimento alla educazione e alla cultura: “Serve una rivoluzione culturale, faremo una verifica anche su questo punto tra un anno. Faremo una grande iniziativa per la scuola di cui adesso non parlo, parleremo con gli insegnanti che fino ad oggi si sono visti arrivare le riforme sulla testa senza poter dire niente. “Perché oggi viviamo un tempo in cui siamo definiti degli incolti? Un ragazzino oggi ha sul suo telefonino di quelle che aveva Ronald Reagan alla Casa Bianca. Le grandi aziende stanno investendo nelle big data, nel guardare la complessità delle cifre e tradurle in chiavi di lettura. Dobbiamo dare chiavi di lettura ai giovani, ma come facciamo se la cultura è il massimo del conservatorismo. Pensiamo alle Soprintendenze. Con la storia del Sessantotto ci raccontano la loro storia che non è quella vera”.
 E ancora: “Si può essere di sinistra anche dicendo che carriera non è una parolaccia. Per combattere la povertà non servono le manifestazione, serve creare ricchezza e creare valori. La parola scuola e la parola cultura non sono dei costi, sono degli investimenti. Abbiamo la cultura in mano a una struttura ottocentesca, non può basarsi sul sistema delle sovrintendenze. Se premiamo gli insegnanti con il merito lo facciamo per premiare gli insegnati più bravi, non per penalizzare gli altri”.
Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha fatto uscire una nota: “Con il nuovo segretario Matteo Renzi lavoreremo insieme con uno spirito di squadra che sarà fruttuoso, utile al Paese ed al centrosinistra”.