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Riconversione soprannumerari su sostegno, boom di domande ma accede appena 1 ogni 8 aspiranti

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Finalmente comincia a delinearsi il quadro sui corsi di riconversione sul sostegno riservati al personale soprannumero: come più volte da noi sottolineato, non poteva che essere sottodimensionato il dato sinora circolato che limitava a 2mila le domande giunte agli oltre 100 Usp dagli istituti scolastici. Si sarebbe trattato, infatti, di una quota inferiore al 20 per cento degli attuali docenti di ruolo rimasti senza cattedra. E a rischio mobilità.
Il dirigenti di viale Trastevere hanno comunicato ai sindacati che le domande pervenute sono oltre 16mila (per esattezza 16.056). Il dato di 2mila riguarda invece il “tetto” di domande che il Ministero conta di accogliere per far partire i corsi. Facendo diventare molto importanti, a questo punto, i criteri che viale Trastevere intenderà adottare per decidere come identificare il 20% di “eletti” che parteciperanno ai corsi.
Intanto, nell’apprendere i numeri sul personale coinvolto, i sindacati hanno mostrato un certo disappunto. La Flc-Cgil sostiene che l’amministrazione non ha fornito alcuna “informazione sulla tempistica, sui criteri per l’individuazione dei corsisti, su quale organico sarà definita l’eventuale situazione di esubero e sulla possibilità di attivazione dei corsi solo in assenza di personale precario specializzato”.
Secondo il sindacato guidato da Pantaleo quelli assunti dall’amministrazione sono comportamenti e atteggiamenti “davvero inaccettabili. Abbiamo detto, per primi, che la partita della riconversione professionale e la gestione degli esuberi è delicatissima e deve essere trattata in modo serio. La nostra organizzazione si è battuta perché vi fosse una risposta contrattuale che permettesse la possibilità di utilizzo del personale in esubero in progetti sperimentali sull’organico funzionale, garantendo quindi una ricollocazione del personale coerente con la professionalità e l’esperienza acquisita”. In effetti, anche gli altri sindacati hanno chiesto di impegnare i docenti in esubero per potenziare l´offerta formativa delle scuole applicando la norma sull´organico funzionale dell´autonomia. Senza entrare in composizione con i colleghi precari.
Delusa anche la Gilda degli insegnanti. Che esprime tutti i punti che non convincono il sindacato autonomo: “non sono comunicati i dati disaggregati per regione e per classi di concorso in esubero; non sono previste date di attivazione dei corsi e nemmeno è chiara la modalità con la quale le Università dovrebbero farsi carico di organizzare i corsi; dovrebbero essere privilegiati nella frequenza i docenti in classi di concorso in esubero (ma questa operazione dovrebbe essere già stata svolta dai singoli istituti poiché l’invito del Miur era rivolto solo ai docenti appartenenti alle classi di concorso in “sofferenza”, quindi con almeno un prof rimasto privo di titolarità ndr), i docenti che hanno effettuato insegnamento di sostegno pur in assenza di titolo di specializzazione e i docenti più giovani”.
A proposito dei timori degli insegnanti specializzati non di ruolo (a rischio conferma di supplenza annuale), secondo il Miur sarebbero quasi del tutto infondati perché ad oggi i “precari in possesso di specializzazione su sostegno – riporta sempre la Gilda – sarebbero 7.500 e, sempre secondo l´amministrazione, non subirebbero grandi tagli”.
Il sindacato coordinato da Rino Di Meglio non sembra però convinto delle rassicurazioni fornite dai dirigenti del Miur: conferma quindi “tutte le perplessità e le critiche sul merito e le modalità di organizzazione dei processi di riconversione sul sostegno che privilegiano la formale tenuta degli organici dei docenti in esubero, senza prendere in considerazione la necessità di possedere adeguate e serie professionalità per l´insegnamento su sostegno”.  Il prossimo incontro è previsto per mercoledì 4 luglio.