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Riconversione sostegno, i precari specializzati ricorrono alle vie legali

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I precari specializzati nel sostegno non sembrano essere stati convinti dalle rassicurazioni del sottosegretario all’Istruzione, Marco Rossi Doria, il quale rispondendo in VII Commissione Cultura alla Camera, a nome dall’amministrazione pubblica, ha per la prima volta parlato di massimo 2mila domande, presentate dai soprannumerari intenzionati ad accettare la proposta del Miur di frequantare un corso intensivo per accedere al sostegno.
Poche ore fa, a ridosso delle dichiarazioni rassicuranti del sottosegretario, il ‘Comitato insegnanti Precari’, attraverso la sua presidente Elena La Gioia, ha dichiarato che ricorrerà anche alle vie legali (in particolare la sezione di Taranto attraverso uno studio di fiducia) per contrastare l’introduzione di un corso che specializzerebbe il personale (con lezioni, laboratori e tirocini la cui durata supererà di poco le 400 ore complessive) in un settore formativo da sempre riservato a scelte volontarie. L’unico, tuttavia, ragionando con il Miur, che garantirebbe la “sistemazione” di migliaia di soprannumerari.
Alla luce di tutto questo, la responsabile del Cip si è detta “fermamente contraria al progetto che, con il decreto direttoriale del 6 aprile 2012, decide la riconversione sul sostegno dei docenti di ruolo in esubero”. E questo perchè “in un colpo solo i docenti precari perderanno il posto e i ragazzi portatori di handicap non avranno la possibilità di un sostegno mirato per una scuola inclusiva”.
Si premette che i docenti precari di sostegno “per anni, e alcuni per più di un decennio, sono stati destinatari di incarichi annuali dopo un importante percorso di specializzazione biennale, pertanto – continua la rappresentante del Cip – il sopraindicato decreto lede i diritti dei docenti specializzati perché non si riconoscono più i titoli acquisiti e i diritti degli alunni svantaggiati perché verranno affidati a personale poco specializzato e motivato”.
Rivolgendosi agli “organi competenti, al fine di salvaguardare i diritti e le aspettative degli alunni e dei docenti precari”, il Cip chiede dunque di “prendere in considerazione questa nota di protesta e a rivedere le modalità di riconversione del personale in esubero”.
Personale che però, sempre se i dati indicati da Rossi Doria fossero confermati, al momento non sembra aver voluto raccogliere la scialuppa di salvataggio messagli a disposizione dal Miur. L’80 per cento avrebbe detto no. Preferendo rischiare di essere assorbito da un’altra regione o su un altro ruolo professionale e in una amministrazione diversa.