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Ritorno a scuola, docenti pensionati per evitare la Dad: così in un liceo milanese

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Per scongiurare l’utilizzo della didattica a distanza il liceo scientifico Bottoni di Milano chiama insegnanti pensionati: sono i volontari dell’associazione “Non Uno di Meno“, che andranno a rafforzare, seppur indirettamente, l’organico docenti in vista del ritorno a scuola.

Docenti pensionati per seguire le classi sdoppiate

A raccontare la vicenda è la pagina milanese del Corriere della Sera, che riporta il pensiero di alcuni protagonisti. «Sarà la mia prima volta da insegnante in un liceo. E chi l’avrebbe detto, alla mia età. Ce ne ho messo di tempo», dice l’ex insegnante di scuola media Patrizia Astorri, milanese, classe 1948, in pensione da quattordici anni. La docente tornerà di nuovo in cattedra al mattino al liceo Scientifico Bottoni. Ovviamente non come titolare, ma come docente che affiancherà, in modo volontario, i professori di ruolo e non di ruolo assunti in quella scuola.

L’iniziativa del liceo Bottoni è proprio tesa ad scongiurare l’uso della didattica a distanza (dad), allestendo tutti gli spazi possibili per tenere gli alunni a scuola in laboratori, corridoi e anche sotto alcuni tendoni.
Questo però significa che per alcune classi, la divisione in due gruppi sarà inevitabile.

Ecco perchè si farà uso dei volontari dell’associazione “Non uno di meno”, per rinforzare la didattica: in questo modo, mentre il docente titolare resta in classe, i professori volontari coinvolgeranno il gruppo che si sposterà in lavori concordati in precedenza.

L’associazione “Non uno di meno“, è composta per la maggior parte da professori e maestri in pensione, che operano con corsi pomeridiani per contrastare i fenomeni purtroppo ancora ben presenti dell’abbandono scolastico e della povertà culturale.

Ma quanti saranno realmente i docenti assunti a settembre?

Il ripiegare della scuola milanese verso i docenti pensionati è senz’altro una iniziativa lodevole a vantaggio degli studenti. Tuttavia, non si può nascondere che problemi di organici di docenti, fra poche settimane, le scuole potrebbero averne: l’annuncio della Ministra Azzolina per aver ottenuto l’ok da parte del MEF di quasi 85 mila nuove immissioni in ruolo, ha suscitato grande interesse da parte dell’opinione pubblica. Anche se sappiamo però, che in realtà, queste assunzioni saranno meno di quelle richieste. Esiste la probabilità che alla fine le assunzioni in ruolo di docenti per il 2020/2021 saranno inferiori.
Il motivo, soprattutto nella scuola secondaria di I e II grado, è che le GaE sono in via di esaurimento per molte classi di concorso di molte province di Italia. E anche quelle di merito, da dove si estrapolano l’altra metà dei candidati per assegnare le assunzioni a tempo indeterminato, cominciano ad avere pochi nominativi. 

Allo stesso modo, pochi giorni fa, la stessa Ministra ha firmato un’ordinanza che prevede l’assunzione a tempo determinato di 40 mila nuovi supplenti. Sappiamo già che per il ritorno a scuola si potrà contare sui nuovi 40 mila assunti a tempo determinato, il famoso organico aggiuntivo o “organico covid“. Non è escluso che però il numero di nuovi supplenti possa aumentare a breve, proprio a causa delle esigenze dettate dal ritorno a scuola.