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Sabato tuti i sindacati a Roma per ‘Contratto subito’ agli statali

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Oltre 20 sigle sindacali in rappresentanza di scuola, sanità, funzioni centrali, servizi pubblici locali, sicurezza e soccorso, università, ricerca, Afam e privato sociale. E migliaia di lavoratori da tutta Italia. Tutti manifesteranno sabato, da piazza della Repubblica a piazza Madonna di Loreto, a Roma, dietro le parole ‘Pubblico6Tu, ContrattoSubito’, per chiedere, appunto, di rinnovare il contratto nazionale del pubblico impiego, scaduto da oltre sei anni.

La manifestazione è promossa da Flc Cgil – Uil Pa – Uil Fpl – Uil Scuola – Uil Rua – Cisl Fp – Cisl Scuola – Cisl Fns – Cisl Fir – Cisl Università – Fgu Gilda Unams – Nursind – Flp – Confsal Snals (Scuola, Ricerca, Afam) – Confsal Fials – Confsal Anpo Medici – Confsal Unsa – Confsal Salfi – Confsal Parastato – Confsal Fenal – Confsal Vigili del Fuoco – Confsal Snals-Cisapuni – Confsal Privato Sociale.

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“E’ ancora più importante essere in piazza sabato per rivendicare, oltre che il rinnovo del contratto del pubblico impiego, anche pace e libertà, che sono le armi per battere il terrorismo. Perchè al terrorismo si risponde certo aumentando la sicurezza, ma non restringendo la libertà delle persone”. Così alcuni esponenti sindacali

“Riteniamo inaccettabile, -dicono ancora- lo stanziamento previsto dalla legge di stabilità: è un’elemosina che rispediamo al mittente. Nella nostra piattaforma, abbiamo chiesto un aumento di 150 euro, che è il minimo, a nostro parere, per riaprire il tavolo di confronto. E poi è necessario ridare valore alla contrattazione, se si pensa che il nostro Paese è l’unico a sottrarsi al vincolo europeo per il dialogo sociale nei servizi pubblici. Noi chiediamo -continua Dettori- che ci sia non un restringimento dei servizi pubblici, bensì un suo potenziamento”.

E Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola e coordinatore di Cisl Lavoro pubblico, rincara la dose. “Saremo in piazza -spiega a Labitalia- per rivendicare non solo l’aumento retributivo che non ‘è da sei anni, ma anche per rivendicare la dignità dei lavoratori pubblici. Lo Stato è il peggior datore di lavoro nel nostro Paese. E saremo in piazza per rivendicare la garanzia e la qualità dei servizi”.

Servizi che sono a rischio nella scuola, per il sindacato. “Chiederemo modifiche -spiega Scrima- alla legge sulla ‘Buona Scuola’, la 107, che prevede istituti normativi che mortificano l’azione sindacale e vanno a toccare quell’idea di comunità di sapere che adesso rappresenta”.

E per Antonio Foccillo, segretario confederale della Uil, i sindacati scendono in piazza per “chiedere che siano rispettati i diritti di quanti aspettano il rinnovo del contratto da sei anni, e che in questi anni hanno visto bloccata anche la contrattazione di 2° livello e quella individuale”.

“E nonostante tutto questo con il loro lavoro -sottolinea a Labitalia- hanno mantenuto in piedi l’intera pubblica amministrazione e i servizi da essa garantiti”. “E poi con questa manifestazione -continua Foccillo- poniamo il problema di garantire eguale efficienza amministrativa su tutto il territorio, nessun area esclusa. Vogliamo far capire che la nostra non è una battaglia corporativa, ma una battaglia a difesa e tutela di tutti i cittadini”.

Per Marco Paolo Nigi, segretario generale della Confsal e dello Snals Confsal, a portare in piazza sabato i lavoratori pubblici è “la scarsa considerazione che il governo ha nei confronti dei lavoratori pubblici”. “Ci considerano degli straccioni e dei pezzenti – dice – che non hanno diritto al contratto. Sono lavoratori che garantiscono i servizi pubblici essenziali, dalla scuola alla sanità, e ‘accompagnano’ i cittadini dalla nascita alla morte”. E sui diversi comparti alla Confsal non vanno bene le ultime novità normative. “La legge 107 riporta la scuola a prima del ’68, con diritto allo studio ma senza dovere di studiare. E poi anche i tagli alla sicurezza. Ma come si fa -conclude- a chiedere a un poliziotto di 60-65 anni, senza macchina e senza benzina, di rincorrere un ladro di vent’anni?”.