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Salerno, docenti dei licei musicali attendono la graduatoria

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“A tutt’oggi ,nonostante l’anno scolastico sia ufficialmente iniziato in tutte le scuole della provincia di Salerno, l’Ufficio XV – Ambito Territoriale per la Provincia di Salerno, nonostante fosse tenuto a concludere tutte le operazioni di mobilità annuale entro il 31 agosto, come auspicato dallo stesso Ministro del Miur, ha ritenuto ancora una volta che i docenti di discipline musicali costituiscano una strana specie del mondo docenti da trattare separatamente. Infatti se da un lato vanta di aver completato tutte le operazioni di mobilità annuale per l’intero personale docente ed Ata, dall’altra non ha provveduto a stilare neppure le graduatorie dei docenti aspiranti alle utilizzazioni presso i licei musicali”.
“Tale inaccettabile ritardo mina fortemente l’attività di insegnamento-apprendimento inficiando non solo gli obiettivi stessi del liceo musicale, così come intesi dalla riforma della scuola superiore di secondo grado, ma anche il diritto allo studio degli allievi e le giuste aspettative dei genitori. E’ indubbio, infatti, che lo studio delle discipline musicali necessiti di continuità e professionalità e non certo di tentennamenti e ritardi burocratici. Lo stesso art. 6 bis del C.C.N.I. del 15 maggio 2013 (rubricato Utilizzazione del personale nei licei musicali e coreutici), al comma 11, testualmente dispone: L’ufficio territorialmente competente procede con priorità alla conferma a domanda dei docenti già utilizzati presso i licei musicali nei tre anni scolastici precedenti”.
“Aspettare ancora significa: non consentire ai docenti di discipline musicali, materie caratterizzanti l’indirizzo musicale del liceo musicale-coreutico, di partecipare a tutte le attività di programmazione del percorso formativo dei loro allievi, creare discontinuità didattica nei confronti degli allievi della scuola di I grado, attualmente affidati a dicenti che verranno poi utilizzati nei licei musicali, non tener conto della dignità degli studenti dei licei musicali che attualmente frequentano solo le discipline comuni, mortificare il sapere; non considerare le esigenze e le attese delle famiglie; svilire l’offerta formativa del territorio”.