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Sasso: “ok il ritorno in presenza, ma perchè il Cts ignora i tamponi salivari?”

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Il sottosegretario all’istruzione Rossano Sasso commenta favorevolmente le indicazioni del Cts sul ritorno a scuola in presenza.

«Va accolta con soddisfazione la presa di posizione del Comitato tecnico scientifico sull’imprescindibilità della didattica in presenza in vista dell’avvio del nuovo anno scolastico. Avevamo più volte sollecitato un intervento in questo senso alla luce delle differenti condizioni generali del Paese rispetto a settembre 2020 e anche in considerazione dell’insostenibilità, certificata anche dai severi dati ISTAT e INVALSI, di sottoporre gli studenti italiani a ulteriori cicli di didattica a distanza. Che ci sia convergenza su questa necessità anche da parte delle autorità sanitarie è certamente una buona notizia e, ci auguriamo, impedirà che alcune regioni procedano in ordine sparso e con iniziative estemporanee come purtroppo accaduto nei mesi scorsi in Puglia e Campania».

«La campagna vaccinale sta proseguendo su buoni ritmi e, anche all’interno della comunità scolastica, la copertura aumenterà con il passare delle settimane, sia tra il personale che tra gli studenti, senza che si ricorra ad alcuna forma di obbligo. Molti istituti hanno utilizzato in modo proficuo i fondi messi a disposizione dal ministero dell’Istruzione per l’installazione di impianti di aerazione, ventilazione meccanica e sanificazione e, dunque, sono più pronti ad affrontare il nuovo anno rispetto a dodici mesi fa. Ma resta una domanda: come può il Cts ignorare l’utilizzo dei tamponi salivari, da noi più volte proposto, per monitorare il rischio di contagio nelle scuole? Il dispositivo è stato ormai validato e potrebbe costituire un prezioso supporto per evitare quarantene di massa o, peggio, la chiusura di interi istituti. Possibile che al Cts non importi?».