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Schiavizzati da bulli della “Roma bene” e usati come ladri e pusher

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Ma dopo la denuncia di una delle cinque vittime, tutte tra i 16 e i 17 anni e figli di professionisti della Roma bene, i Carabinieri della stazione Roma Piazza Bologna hanno emesso sei provvedimenti cautelari nei confronti di un 18enne, arrestato, mentre un romano di origini egiziane e due pakistani di 17 anni sono stati denunciati, così come due ecuadoregni di 16 e 17 anni che si trovano ora all’estero. Attraverso minacce anche su Facebook, i bulli avevano ridotto le loro vittime in una condizione di completa sudditanza. Le indagini sono partite dopo la denuncia di uno dei ragazzi, di 16 anni, che era stato minacciato su Facebook dopo un suo rifiuto.
”Ti aspettiamo sotto casa con il ‘ferro”’, avevano scritto i suoi aguzzini. Alcuni giorni dopo i militari hanno ascoltato altre vittime, inizialmente restie perchè terrorizzate. I ragazzini avevano conosciuto i loro coetanei aguzzini alle scuole medie, dove frequentavano lo stesso istituto. Ma le minacce, le botte e le umiliazioni erano diventate sempre piu’ pesanti con il passare degli anni. Non bastava essere obbligati a fare le spese in negozio per loro. In un caso uno dei ragazzi era stato anche costretto a fare da corriere per spacciare droga per conto dei bulli.
Ma gli ‘schiavi’ erano anche obbligati a derubare i propri genitori, portando via oggetti di valore da casa. Dai cellulari ai braccialetti d’oro, i cellulari, le paghette settimanali, fino ai regali di battesimo e gli abiti griffati, le vittime erano costrette ad eseguire gli ordini e consegnare tutto quello che avevano ai loro ‘padroni’, pronti a minacciarli presentandosi davanti al liceo armati di taglierino e a picchiarli con calci e pugni. Le vessazioni continuavano anche sui social network e attraverso i cellulari, con i quali i ragazzi erano costretti a filmarsi autoinsultandosi.
I genitori dei bulli, tutti ragazzi che abitavano nell’hinterland di Roma, come Tivoli, erano all’oscuro di tutto. E in un caso un papà ha deciso di pagare il cellulare sottratto ad una della vittime. Solo dopo aver denunciato i propri ‘schiavisti’ ai carabinieri, i ragazzi hanno detto esausti: ”adesso ci sentiamo liberati”.(ANSA).