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Sciopero 8 giugno, ministero piccato: proprio ora che si doveva decidere su rientro in classe e rinnovo del contratto

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Pronta replica del ministero dell’Istruzione all’annuncio dello sciopero dei cinque sindacati maggiori, proclamato per il prossimo 8 giugno: dal ministero dell’Istruzione giunge una risposta, comunque, che guarda alle iniziative in atto, con tanto di rammarico per la decisione presa dalle organizzazioni sindacali.

Da Viale Trastevere sostengono che il ministero “si è reso disponibile ad aprire un percorso di lavoro da fare congiuntamente, attraverso appositi tavoli tecnici, anche in vista della ripresa di settembre. Ora più che mai, infatti, serve collaborazione fra le parti. Anche a fronte degli sforzi importanti compiuti negli ultimi mesi e settimane sul fronte dell’Istruzione”.

I soldi stanziati

Quindi, il ministero dell’Istruzione procede ad elencare i punti su cui sta operando: da quelle per “fronteggiare l’emergenza, anche di carattere economico” ai “1,4 miliardi stanziati sulla scuola nel Decreto rilancio, alle risorse per tablet, pc e connessioni nel periodo della didattica a distanza”.

Poi aggiunge che sono stati “ribaditi i passi avanti decisivi sul fronte dell’edilizia scolastica, fra risorse sbloccate (in soli sei mesi, dall’inizio dell’anno, sono stati impegnati e autorizzati 798,1 milioni e altri fondi stanno per essere assegnati) e regole che ne semplificano la spesa”.

Classi pollaio da cancellare

Dal dicastero ricordano quindi la volontà della ministra “Lucia Azzolina di portare avanti la richiesta di ulteriori risorse per il settore Istruzione, anche per la stessa ripartenza di settembre. Nonché l’impegno a vigilare per far sì che non ci siano casi di sovraffollamento nelle classi”.

Un impegno che, tuttavia, al momento non sembra portare grandi risultati, considerando la rigidità con la quale gli Uffici scolastici stanno realizzando, anche nell’anno del Covid-19, organici e formazione delle classi con casi limite di 34 alunni messi assieme per non creare classi intermedie da meno di 22 iscritti.

Meno burocrazia e concorsi in arrivo

L’amministrazione ministeriale ha poi spiegato come sta procedendo per digitalizzare le procedure e sburocratizzare il sistema da troppi anni appesantito da procedure rigide e ha ribadito che, sempre in vista della ripresa di settembre, si lavorerà per tutelare i dirigenti scolastici.

Dal Mi si puntualizza anche sull’impegno “per una rapida attuazione delle procedure concorsuali e di abilitazione previste, nel pieno rispetto delle decisioni appena deliberate dal Parlamento”. Concorsi, comunque, che permetteranno ai vincitori di essere immessi in ruolo non prima di 15 mesi.

Contratto scaduto

Dal ministero dell’Istruzione, infine, viene sottolineata l’intenzione di “lavorare per iniziare al più presto la discussione sul rinnovo contrattuale”.

Un altro capitolo che il Coronavirus ha messo da parte, ma che dopo l’estate potrebbe tornare in primo piano, considerando l’alto malcontento di docenti e Ata, che in oltre un decennio si sono dovuti accontentare del misero 3,48% di aumento assegnato nel 2018 a tutta la P.A. E una percentuale non molto distante sarebbe quella al momento potrebbe accordare la Funzione Pubblica per rinnovare il contratto scaduto da ormai un anno e mezzo.