Home Archivio storico 1998-2013 Attività parlamentare Sciopero dei Forconi, scuole chiuse nel napoletano. Rischio stop anche altrove

Sciopero dei Forconi, scuole chiuse nel napoletano. Rischio stop anche altrove

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È partito la sera dell’8 dicembre lo sciopero dei Forconi “Fermiamo l’Italia”, con volantinaggi, presidi e possibili disordini. Inoltre, lo stop al trasporto di beni di prima necessità, con il mancato arrivo di diverse scorte alimentari attese, potrebbe costringere alla chiusura (o ad operare a mezzo servizio) le tante scuole fornite di mensa. La contestazione è stata voluta dal fronte minoritario dell’autotrasporto in lotta, affiancati da Cobas del latte e del mais, “cani sciolti” dell’imprenditoria, taxisti ribelli e commercianti antitasse.
Alcuni definiscono il movimento promotore “populista neoreazionario”. Di sicuro, l’iniziativa desta non poco allarme, per il rischio di infiltrazioni dell’ultradestra e mafiose. Ma che, almeno in Sicilia, secondo le assicurazioni del leader locale Mariano Ferro, non dovrebbero sfociare in blocchi stradali per i quali, comunque, il Garante degli scioperi ha promesso sanzioni. E il Viminale tolleranza zero.
La giornata clou sarà però quella di lunedì 9 dicembre. Sono previste manifestazioni e presidi in tantissimi punti nevralgici della rete stradale italiana: da Udine, a Piazzale Osoppo, passando per Milano, in Mazzo di Rho e in Piazza San Magno, sino a Palermo, in via Ernesto Basile e in Piazza Indipendenza, e a Campobello di Licata, dove sono comparse scritte mafiose di supporto. Disagi potrebbero esserci anche agli snodi ferroviari, portuali e autostradali di Reggio Calabria e Messina. Fuori dalla protesta è la Sardegna, dove il movimento dei pastori sardi prevede iniziative autonome. In tutto sono circa un centinaio i punti “caldi”. Attorno ai quali si dovrebbero radunare i forconi e le piccole galassie di malcontento antigoverno e antieuropa che li affiancano, come quella di parte degli allevatori contrari alle quote latte.
Tra i servizi che sembravano a rischio chiusura, per diverse ore sono figurate pure le scuole. Lunedì 9 dicembre, ad esempio, rimarranno chiuse ad Ottaviano e San Giuseppe Vesuviano, in provincia di Napoli. La decisione sarebbe scaturita dalla preoccupazione dei sindaci dei due comuni, Luca Capasso (Ottaviano), e Vincenzo Catapano (San Giuseppe Vesuviano), di eventuali blocchi e disordini causati da un gruppo di forconi vesuviano, che ha annunciato, nei giorni scorsi, presidi nei pressi dello svincolo autostradale A30 a Palma Campania, e sulla strada statale 268 del Vesuvio, proprio allo svincolo di Ottaviano. Il gruppo vesuviano, che si è anche incontrato, nelle scorse settimane, con un leader siciliano del movimento dei forconi, sta invitando, con volantini e sul web, la popolazione locale a fare scorte di cibo e generi di prima necessità. I due sindaci, quindi, preoccupati da eventuali disagi e disordini, hanno ordinato la chiusura straordinaria delle scuole di ogni ordine e grado dei rispettivi territori.
Nella lista dei Comuni che hanno previsto la sospensione delle lezioni sembrava figurasse pure Torino. La cui amministrazione comunale ha però tenuto a smentire le “false informazioni” circolate nelle ultime ore sul web. “E’ certamente lecito promuovere manifestazioni – ha spiegato il sindaco di Torino, Piero Fassino – ma questo non può far venire meno il rispetto dei cittadini, la loro sicurezza e libertà quotidiana”. Conferme sono giunte anche dal presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta: “non è stata emanata alcuna ordinanza di chiusura delle scuole superiori di Torino e provinciale e le lezioni domani saranno regolari in tutti gli istituti secondari”.
La decisione di creare presidi e manifestazioni in tante località ha spinto il Garante degli scioperi a promettere sanzioni per eventuali manifestazioni avviate prima della mezzanotte, dal momento che l’agitazione era stata indetta a partire dal 9 dicembre. Per il Governo ha alzato la voce il ministro Maurizio Lupi, che ha avvertito gli autotrasportatori sul piede di guerra “che non hanno tra le loro ragioni nessuna richiesta presentata al governo che sia rimasta inevasa e che li giustifichi”. Lupi ha detto anche che “il governo si opporrà con fermezza a ogni forma di violenza per garantire sicurezza ai cittadini e tutela dei loro diritti”.
Pronta la replica di Maurizio Longo, a capo del Cobas dei ‘padroncini’: “Basta menzogne”, ha detto il presidente di Trasportounito, che addossa proprio al governo i danni che saranno prodotti dal fermo che avrà, pronostica, un consenso “maggiore delle aspettative”. L’agitazione, che ha avuto un tiepido appoggio dal neosegretario della Lega Matteo Salvini, dovrebbe protrarsi fino al 13 dicembre, e incrociare dunque il voto di fiducia fissato per l’11. Scadenza per la quale Danilo Calvani – il leader dei forconi dell’agro pontino che auspica un direttorio militare – minaccia che “se sarà votata la fiducia ed i politici non andranno via, tutti convergeranno su Roma per un’invasione pacifica”. Dove buona parte dei negozi della capitale ha già fatto approvvigionamenti.