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Scrima (CislScuola): “No agli incarichi triennali”

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In un nostro precedente servizio avevamo annunciato che uno dei primi provvedimenti del Ministro Maria Stella Gelmini potrebbe riguardare il problema del precariato.
L’ipotesi potrebbe essere quella di lavorare su due fronti diversi: da un lato garantire un certo numero di immissioni in ruolo (non più di 15-20mila per i docenti e poche migliaia per gli ATA); dall’altro si potrebbe  dare maggiore stabilità ai precari assegnando incarichi di durata triennale anziché annuale (l’operazione servirebbe anche a garantire una maggiore continuità didattica)
La proposta non dispiace a Leonardo Donofrio segretario nazionale del sindacato UniScuola che già da tempo continua ad insistere sull’opportunità di assegnare incarichi triennali purchè sia “fatto salvo il ruolo sui posti dell’organico di diritto previsti”.
Nei siti delle associazioni di precari la questione sta suscitando un vivace dibattito con posizioni diversificate e senza pregiudiziali, come ad esempio accade nel forum www.precariscuola.135.it, i cui partecipanti stanno anche cercando di mettere insieme una delegazione che possa essere ricevuta dal Ministro.
L’idea degli incarichi triennali non piace invece per nulla a Francesco Scrima, segretario nazionale di CislScuola che, da noi interpellato, afferma: “La questione del precariato è già stata affrontata dalla legge finanziaria che parla, per il 2008, dell’assunzioni di 50 mila docenti e 10mila ATA. Il problema, come è noto, è particolarmente serio per gli ATA: il 33% di questo personale è precario”.
Gli incarichi triennali, però, potrebbero essere un primo passo…
“Giuridicamente e tecnicamente gli incarichi triennali mi convincono poco; oltretutto sono difficili da gestire. E comunque se ci sono posti vacanti disponibili per incarichi a tempo determinato non si capisce perché non si debba procedere, su quegli stessi posti, con le immissioni in ruolo”.
Francesco Scrima è altrettanto contrario ad un’altra ipotesi che è stata lanciata in queste ore dal Ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta che ha parlato di privatizzare in parte alcuni “pezzi” di servizi pubblici importanti come la sanità, la scuola e la giustizia.
Se nella scuola questo volesse dire, per esempio, esternalizzare i servizi di pulizia, che posizione assumerebbe il sindacato ?
Scrima non ha dubbi: “Le esperienze finora condotte dimostrano che l’esternalizzazione aumenta i costi e fornisce comunque un servizio di minore qualità mettendo in seria difficoltà le istituzioni scolastiche”.