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“Sdisonorate” – Le mafie uccidono le donne

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La prima assassinata è del 1896, le ultime di pochi mesi fa. Sono le donne ammazzate dalle mafie.

“Le abbiamo volute raccogliere tutte dentro questa pubblicazione “Sdisonorate” – commenta Irene Cortese che ha curato le ricerche -. È la prima volta che accade. Una ricerca, certamente parziale, che tuttavia vuole essere uno stimolo per una discussione pubblica e una mappa conoscitiva su un tema difficile e contraddittorio come quello del rapporto tra donne e mafia. Che diventa sempre più centrale, che troppo poco finora è stato indagato. Che in questi mesi comincia a trovare spazi. Finalmente. Un dossier che serve innanzitutto a sfatare un’assurda credenza: che i clan in virtù di un presunto codice d’onore non uccidono le donne”.
La storia dimostra il contrario: le donne – innocenti o dissidenti o senza la forza di uscire dal giogo mafioso – uccise dalle mafie sono più di 150. Sono morte per l’impegno politico, sono rimaste vittime di delitti d’onore, sono state suicidate, sono state oggetto di vendette trasversali, sono morte per un accidente, sono rimaste incastrate dentro una situazione familiare e mafiosa da cui non sono riuscite a uscire.
“Sdisonorate” ha anche una seconda parte e un’appendice. Sono state fatte delle interviste a Rita Borsellino e Angela Napoli, politiche impegnate sul fronte antimafia, e alla giornalista Amalia De Simone. A Viviana Matrangola, giovane donna impegnata nell’associazionismo antimafia, è stato chiesto un ricordo di sua madre: Renata Fonte, uccisa nel 1984.
Le ricerche di “Sdisonorate” sono di Irene Cortese, la cura è stata di Cortese, Sara Di Bella e Cinzia Paolillo.
Ai testi hanno collaborato Angela Ammirati, Danila Cotroneo e Laura Triumbari.
Alla presentazione di Sdisonorate sarà presente Gemma Azuni (Consigliere comunale Roma – Sel).