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Secondo ciclo: duro giudizio dell’Anp

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Il giudizio dell’Anp sulla bozza di decreto sul secondo ciclo è a dir poco impietoso: in modo tanto elegante quanto esplicito il presidente Giorgio Rembado sottolinea soprattutto l’incompetenza degli estensori dei documenti tecnici (le indicazioni nazionali) e l’incapacità politica di chi governa il sistema scolastico.
Il ragionamento dell’Anp è del tutto lineare: una riforma della scuola in un contesto di autonomia delle istituzioni scolastiche deve essere strutturalmente diversa da quelle fino ad ora attuate o tentate; bisogna davvero passare dalla "scuola dei programmi" alla "scuola degli obiettivi", come peraltro "promesso" dallo stesso Ministro all’inizio dell’intero percorso riformatore.
Ma è evidente – sottolinea Rembado – che quando si parla di obiettivi ci si dovrebbe riferire agli obiettivi di sistema e non ad un prolisso elenco di OSA che spesso si riducono ad una sommaria indicazioni di argomenti di studio: "ma questo – si legge nel documento dell’Anp – richiederebbe visione e cultura e significherebbe affidarsi ai professionisti della scuola che a sua volta richiederebbe capacità di valutarne le competenze, e prima ancora la volontà di farlo"

Secondo Anp, il progetto di riforma del II ciclo "certifica l’incapacità di una classe dirigente di rinnovarsi e di essere in grado di governare il cambiamento del Paese".
Il giudizio pesantemente negativo coinvolge l’operato dell’intero governo: "Il problema che si pone con urgenza non differibile ai cittadini è quello della capacità di governare il sistema e di dargli prospettive".
Evidentemente – sostiene ancora Rembado – "chi ha elaborato nelle segrete stanze questi testi, diffida di coloro che dovranno applicarli, ed in primo luogo della direzione delle scuole".
"E diciamo "direzione" e non "dirigenti": e non per caso. Ad essere oggetto di una dichiarazione di sfiducia sono infatti non solo i dirigenti, ma anche tutta quella élite di alte professionalità docenti che dovrebbe elaborare i piani dell’offerta formativa, tradurre gli obiettivi generali di apprendimento in percorsi curriculari ed in contenuti di insegnamento".

Nell’affondo conclusivo, Anp coglie  così l’occasione per rilanciare il proprio programma politico e culturale: chi governa il sistema scolastico deve essere in grado di individuare gli interlocutori che hanno le capacità e la volontà di sostenere il cambiamento, e cioè i dirigenti scolastici e i docenti più qualificati; in caso contrario l’innovazione continuerà a rimanere un bel sogno nel cassetto che non impedirà al nostro sistema formativo di rimanere agli ultimi posti in Europa.