
Il “Reuters Institute Digital News Report 2025” è un rapporto che annualmente analizza l’evoluzione del consumo di notizie a livello globale (scaricalo qui).
Il rapporto, basato su quasi 100.000 intervistati in 48 diversi paesi, sottolinea l’ascesa di influencer e personalità online come fonti di notizie e, talvolta, di disinformazione evidenziando il continuo calo di engagement con i media tradizionali e la crescente dipendenza da piattaforme sociali e video.
Il rapporto analizza anche i cambiamenti nelle strategie delle piattaforme, la crescita dei podcast di notizie e le sfide finanziarie che affliggono i media locali e tradizionali. Infine, lo studio indaga le percezioni del pubblico sull’intelligenza artificiale nel giornalismo e il ruolo delle fonti affidabili nel contrastare le informazioni fuorvianti, offrendo uno sguardo approfondito su tendenze regionali e dinamiche specifiche dei vari paesi.
Quali sono le fonti di informazione più usate?
Uno degli aspetti più interessanti delle 171 pagine dello studio è l’analisi dell’uso di sistemi di intelligenza artificiale generativa come fonte di informazione.
La tabella sintetica elaborata sui dati del Digital News Report 2025 riporta qui sotto le percentuali di utilizzo delle principali fonti di notizie tra gli utenti:
Fonte di notizie | % di utenti che la usano settimanalmente | Note | |
TV | 49% | In calo in quasi tutti i Paesi. | |
Stampa cartacea | 15% | Forte calo negli ultimi anni. | |
Siti web/app di notizie | 55% | Fonte principale nei Paesi nordici. | |
Social media (in generale) | 30%+ | Cresce tra i giovani. | |
26% | In calo, usato più dagli over 35. | ||
– YouTube | 22% | In crescita come piattaforma informativa. | |
16% | Diffuso in America Latina e Spagna. | ||
16% | Usato dai giovani, ma meno centralmente. | ||
– TikTok | 13% | Usato per notizie dal 23% degli under 25. | |
Motori di ricerca (es. Google) | 25% | Spesso usato per notizie aggiornate. | |
Aggregatori (es. Apple News) | 11% | Più comuni in USA e UK. | |
AI/chatbot (es. ChatGPT, Gemini). – Tra under 35 | 7% fino al 18% | In forte crescita, ma usati con cautela. Usano LLM per riassunti e spiegazioni | |
La tabella che segue analizza invece quale tipo di fonte di notizie è considerata la principale dai diversi gruppi demografici. I dati evidenziano un marcato cambiamento nelle abitudini di consumo primario delle notizie tra le fasce d’età confermando che i giovani (18-24 anni) dipendono in modo significativo dai social media e dai network video come fonte principale di notizie, mentre la loro esposizione alla TV e ai siti/app di notizie tradizionali è notevolmente inferiore rispetto alle generazioni più anziane. Al contrario, gli utenti più maturi (55+ anni) continuano a preferire la TV come fonte primaria.
Tipo di Fonte di Notizie Principale | 18–24 anni | 25–34 anni | 35–44 anni | 45–54 anni | 55+ anni |
Social media/Video network | 44% | 38% | 30% | 24% | 15% |
Siti/App di notizie online | 25% | 29% | 29% | 26% | 22% |
Notizie TV | 20% | 27% | 35% | 48% | 53% |
Notizie Radio | 4% | 5% | 6% | 6% | 6% |
Stampa | 4% | 4% | 4% | 3% | 5% |
Podcast di notizie | 3% | 3% | 2% | 1% | 1% |
AI chatbot | 3% | 3% | 2% | 1% | 0% |
Intelligenza artificiale come fonte di informazione: quali rischi?
Le due tabelle dimostrano che le interfacce di intelligenza artificiale (AI) stanno diventando l’ultima frontiera del trasferimento digitale della fruizione di news.
Però, come scrive Elena Tebano che sulla rassegna tecnologica del Corriere del 21 giugno ha analizzato il rapporto Reuter, “molti utenti percepiscono la nuova tecnologia come «neutrale» e super partes e nutrono l’illusione di avere così un’informazione oggettiva. Ma ChatGpt e gli altri modelli di AI non sono stati progettati per fornire notizie attendibili, bensì per associare termini sulla base dell’analisi delle formulazioni linguistiche più diffuse nei testi su cui sono stati addestrati. E questo può avere conseguenze molto pericolose”.
Lo stesso Digital News Report 2025 evidenzia una pluralità di rischi associati all’uso esclusivo della GenAI (come ChatGPT, Gemini, Claude…) per informarsi. Vediamoli in sintesi nel seguente schema:
- Disinformazione e imprecisioni
- I modelli generativi possono produrre errori o informazioni inventate (le cosiddette allucinazioni).
- Manca spesso la verifica delle fonti e il legame con dati aggiornati o attendibili.
- Bias e opacità
- I contenuti riflettono i bias dei dati di addestramento.
- L’utente non sa quali fonti sono state usate o ignorate, e manca la trasparenza redazionale.
- Personalizzazione eccessiva
- Il contenuto è spesso troppo “adattato” all’utente, riducendo l’esposizione a punti di vista divergenti (echo chambers).
- Si rischia di confermare pregiudizi invece di metterli in discussione.
- Perdita del contesto e della profondità
- Le AI sintetizzano, ma spesso semplificano eccessivamente, perdendo sfumature, contesto storico e implicazioni etiche.
- Dipendenza e delega cognitiva
- L’uso costante può portare a ridotta autonomia critica: si legge meno, si approfondisce meno, si accetta passivamente ciò che viene generato.
A fronte di questi rischi vi sono anche alcuni vantaggi quali accesso rapido a sintesi e spiegazioni, personalizzazione dell’informazione, disponibilità 24ore su 24 e 7 giorni su 7, dialogo interattivo, utilità per chi cerca informazioni pratiche o tecniche, supporto per la comprensione di testi complessi. Il tema della personalizzazione viene esplorato più in profondità analizzando le diverse opzioni di personalizzazione delle notizie basate sull’Intelligenza Artificiale, a seconda dell’età
Opzione di Personalizzazione AI | 18–24 anni | 25–34 anni | 35–44 anni | 45–54 anni | 55+ anni |
Homepage di notizie personalizzata | 22% | 22% | 21% | 20% | 19% |
AI chatbot che risponde a domande sulle notizie | 27% | 24% | 19% | 15% | 12% |
Articoli di notizie con linguaggio modificabile per diversi livelli di lettura | 24% | 22% | 19% | 15% | 12% |
Come garantire una informazione di qualità?
In un mondo sempre più frammentato e saturo di contenuti sintetici e disinformazione, i marchi di notizie fidati, che hanno una comprovata esperienza di accuratezza, rimangono comunque un punto di riferimento essenziale per verificare le informazioni, anche se non vengono utilizzati così frequentemente come un tempo.
Il futuro delle notizie richiederà così agli editori di adattarsi a queste nuove realtà, integrando la tecnologia dove è utile ma mantenendo sempre il fattore umano al centro, e rendendo le notizie più coinvolgenti e personali senza perdere di vista i valori fondamentali che attraggono il pubblico ai loro marchi.
Una sfida che tocca molto da vicino anche la democrazia e la cittadinanza.