Home Didattica “Shakespeare lives in Italy”: a 400 anni dalla morte

“Shakespeare lives in Italy”: a 400 anni dalla morte

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“L’amore non muta in poche settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio. Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto e nessuno ha mai amato”.

A recitare è Marco Presta del Ruggito del Coniglio, anche lui coinvolto nella grande campagna “Shakespeare lives in Italy”, una serie di eventi che nel 2016 renderanno omaggio al bardo di Stratford-upon-Avon a 400 anni esatti dalla sua morte (il 23 aprile 1616).

Nel corso della conferenza stampa di presentazione a Villa Wolkonsky a Roma, il programma di Radio 2 “I provinciali” ha fatto uno scoop che poi non lo è affatto, visto che nelle università della Sicilia se ne parla da decenni, mentre uno storico di Caltagirone (CT) ne ha fatto pure un romanzo.

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Dice infatti Pif: “Abbiamo le prove che Shakespeare in realtà non era inglese, ma siciliano”.

E poi c’era il direttore del Globe Theatre di Roma, Gigi Proietti: “Ho imparato ad amarlo come un punto fermo nel millennio passato e non è soltanto teatrale, ma di cultura in generale”.

Da Venezia a Verona, da Roma a Messina, il grande poeta e drammaturgo britannico ha ambientato molte delle sue opere in Italia, ma pare non avere mai messo piede nel nostro paese. Il direttore del British Council Paul Sellers:”Shakespeare non è venuto qua, come sappiamo, ma sicuramente ha avuto una conoscenza molto profonda dell’Italia”.

Il progetto globale è promosso dal British Council e dall’Ambasciata britannica, e reso possibile grazie a un’incredibile numero di partnership. In Italia, solo per citarne alcune, Feltrinelli, Anci che porterà in alcune città la pellicola restaurata di Zeffirelli “Romeo e Giulietta”, Feltrinelli e la Rai in tutta la sua potenza (Rai5, Rai Storia, Rai Scuola, Caterpillar, Rainews24, ma anche Radio 2 con Caterpillar, I provinciali e Il ruggito del coniglio).

La presidente Monica Maggioni spiega: “Inserire nel nostro racconto quotidiano un recupero del genio di Shakespeare era un’operazione alla quale la Rai certamente non si poteva sottrarre, anzi”.