Home Archivio storico 1998-2013 Generico Sicurezza: una scuola su due non è a norma

Sicurezza: una scuola su due non è a norma

CONDIVIDI
Si muove a passi lenti e quasi sempre al Centro-Nord: è la sicurezza negli oltre 40.000 istituti presenti in Italia, il cui punto della situazione è stato fatto il 23 marzo a Roma durante la presentazione del rapporto annuale di Legambiente “Ecosistema Scuola 2007” riguardante l’edilizia e i servizi scolastici nel nostro Paese. Secondo Legambiente sono stati presentati dalle massime cariche di tutti gli organi interessati: Roberto Della Seta , presidente di Legambiente, Giuseppe Fioroni, ministro della Pubblica Istruzione e Vittorio Cogliati Dezza, responsabile nazionale Legambiente Scuola e Formazione.
Al primo posto in fatto di sicurezza degli immobili e della qualità dei servizi offerti figura Prato: la cittadina toscana si conferma la migliore a livello nazionale per aver puntato sulla manutenzione degli immobili, con la maggior parte delle scuole con certificati di agibilità statica a norma, sull’adesione alle regole igienico-sanitario e degli impianti elettrici, e, infine, per il buon livello di raccolta differenziata dei rifiuti. In alcuni istituti sono stati installati anche pannelli solari e si recupera l’acqua piovana per l’impianto antincendio. 
L’esempio di Prato è seguito, nell’ordine, da Asti, Parma, Bergamo, Biella, Forlì, Livorno, Macerata e Siena. Tra i capoluoghi di provincia meglio piazzati figurano Vibo Valentia, Cosenza e Caltanissetta, rispettivamente piazzatesi al 15°, 31°e 41° posto. Stesso discorso per le grandi città, con Milano 11ma, seguita da Roma al 16° e da Torino al 36° posto. La prima città del Sud è Palermo, ma addirittura 72ma. 
In assoluto le peggiori scuole si troverebbero a Piacenza, Rieti, Benevento, Crotone e Catania.
Dal rapporto di Legambiente risulta che per oltre la metà degli edifici scolastici obsoleto perché costruiti prima del 1974 (anno in cui sono stati stabiliti i criteri di edilizia antisismica); più di un terzo delle scuole ha urgente bisogno di interventi di manutenzione straordinaria; i due terzi degli istituti non hanno il certificato di prevenzione incendi e il 38% non possiede nemmeno quello di agibilità statica. 
Ne consegue che una scuola su due in Italia non è potenzialmente in grado di rispondere a qualsiasi evento che possa minare la sicurezza. Il quadro diventa ancora più drammatico se si sconfina anche nella sicurezza ambientale: molte scuole continuano ad essere esposti a varie fonti di inquinamento, ad iniziare dall’amianto iniziato a smantellare solo da una decina di anni: dal rapporto emerge che in media 14 istituti su 100 hanno sospetti o reali strutture con amianto. 
Un istituto su dieci si trova poi a meno di un chilometro da qualche centro industriale o da antenne radiotelevisive, il 6% da elettrodotti ad alta tensione. 
L’incompiutezza delle scuole italiane è poi tutta in un dato: quelle senza strutture per lo sport sono ancora il 12 per cento. Come dire, in una su dieci si fa educazione fisica in aula o andando al prato quando il tempo lo permette.
Negli ultimi mesi, tuttavia, qualcosa timido segnale politico in controtendenza sembra essere arrivato: la Finanziaria del governo Prodi ha infatti stanziato 250 milioni di euro, per il prossimo triennio, specificatamente per adeguare gli edifici scolastici e rilanciare l’uso del fotovoltaico come fonte di energia alternativa anche per le scuole. Su quest’ultimo punto c’è tantissimo da fare: la percentuale di scuole che utilizza energia da fonti rinnovabili è infatti appena del 4%. E sarebbe molto più bassa se non vi fossero delle “isole felici” in Emilia-Romagna, come Modena (35%) e Forlì (25%).
Anche alcuni dati sono in controtendenza: degli oltre 6 mila edifici studiati quasi la metà (il 46%) viene illuminato da lampade a basso consumo energetico e/o usando energia rinnovabile. In attivo anche il resoconto, rispetti agli ultimi anni, riguardante la raccolta differenziata di carta, pile, plastica, vetro, alluminio, materiale organico e toner.
A far ben sperare per il futuro c’è poi il “patto di sicurezza” tra Stato, Regioni ed Enti locali, nato appositamente per garantire la migliore destinazione dei fondi statali destinati al risanamento del patrimonio edilizio scolastico. “Con il piano messo a punto dal ministero dello Sviluppo economico, in accordo con il ministero della Pubblica istruzione – ha detto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente – d’ora in poi anche le scuole avranno incentivi e sgravi fiscali per l’installazione di impianti fotovoltaici. Occorre un maggiore impegno perché non siano più luoghi di spreco, ma funzionino da esempio e modello per tutto il territorio”.
“Il nostro rapporto evidenzia una situazione di estrema criticità per buona parte delle scuole italiane, ma propone anche sette possibili azioni per trasformare le strutture in realtà davvero ecocompatibili – ha detto Cogliati Dezza, responsabile nazionale Scuola e Formazione di Legambiente -. Naturalmente quello dell’energia è un discorso prioritario, vista la staticità della situazione, ma è altrettanto importante il rispetto delle norme della Legge 626 in materia di sicurezza, così come la salubrità e la qualità ambientale, il buon utilizzo delle risorse, come il risparmio e il riuso di materiali”.