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Sindacati tradizionali, indice in ribasso

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Se da una parte lo sbarramento del 5 per cento, poi ridotto al 4 per cento in via transitoria (art. 47 bis del D.L.vo n. 29 del ’93, introdotto dall’art. 44 del D. L.vo n. 80 del ’98), ha rafforzato nell’immediato il potere di Snals e sindacati confederali, determinando l’estromissione dalla trattativa dei cosiddetti sindacati minoritari, dall’altra questi ultimi stanno ritrovando nuova forza in vista delle nuove norme in materia di contrattazione separata. Oltre all’Associazione Nazionale Presidi, che comunque raggiungerà il controllo del comparto di stretta misura, grazie a poco più del 50 per cento delle deleghe, l’organizzazione che si avvantaggerà in modo preponderante di questo stato di cose è l’Unams, il sindacato dei docenti di conservatorio e accademia. L’art. 2, comma 6° della legge n. 508/99 prevede, infatti, un apposito livello di contrattazione per il comparto di cui questa organizzazione sindacale controlla il 75 per cento delle deleghe.
Un duro colpo per i sindacati storici che perdono definitivamente il controllo di un settore che si preannuncia strategico nell’ambito del processo di riforma che sta investendo il ciclo dell’istruzione post secondario e terziario. Tra l’altro, su indicazione del Governo, anche il comparto Ministeri è stato scorporato ed i dipendenti della Presidenza del Consiglio dei Ministri avranno a breve una specifica e separata area di contrattazione. A rendere ancora più evidente la crisi dei sindacati tradizionali della scuola contribuisce nettamente anche l’atteggiamento di ostilità dei docenti  rispetto ai nuovi istituti contrattuali.
Da una parte si assiste alla crescita di un contenzioso scatenato dalla difficoltà di interpretazione degli adempimenti relativi alla designazione dei docenti a cui assegnare le funzioni obiettivo, dall’altra si intravede la nascita di nuove iniziative giudiziarie in vista dell’esclusione dei docenti immessi in ruolo dopo il 1990 dalla procedura di assegnazione del compenso accessorio regolata dall’art. 29 del CCNL.