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Sindacati, tutti contro il Governo ma in ordine sparso

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Dopo un periodo di prevalente silenzio, anche i sindacati della scuola più rappresentativi si schierano contro l’operato del Governo. Solo che lo fanno in ordine rigorosamente sparso. Come se ognuno, mai come in questo momento, tenesse particolarmente alla propria identità. A non mescolarla, sostengono alcuni, con coloro che tra poche settimane si ritroveranno a sfidare per rinnovare le Rsu d’istituto (a marzo 2011) a cinque anni di distanza dall’ultima tornata.
Quello che ne esce fuori è un lungo elenco di istanze, manifestazioni, scioperi ed iniziative di protesta. Venerdì 28 ottobre a fermarsi sarà la Uil, in occasione dello sciopero di tutto il pubblico impiego: i lavoratori incroceranno le braccia per manifestare contro il blocco della contrattazione e per chiedere che nel settore pubblico ci sia la “compiuta” ed “efficace” applicazione dello stesso modello contrattuale del settore privato. Lo sciopero, di otto ore, è stato proclamato dalla Uil e dalle categorie del pubblico impiego: Uilpa, Uil-Fpl, Uil scuola e Uilrua. Saranno circa 20 mila i lavoratori pubblici, provenienti da ogni parte d`Italia, che scenderanno in piazza a Roma (concentramento previsto alle 9,30 in Piazza Santi Apostoli e Piazza della Pilotta). Dopo il saluto di un rappresentante del sindacato dei pensionati, dalle ore 10,30 si susseguiranno i comizi dei segretari nazionali del pubblico impiego della Uil: Giovanni Torluccio (Uil-Fpl), Benedetto Attili (Uilpa), Pino Turi (Uil scuola), Alberto Civica (Uilrua). L`intervento conclusivo del segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, è previsto per le 11,30.
Il prossimo 12 novembrea Roma, dalle 8,30 alle 13,30 presso il teatro Capranichetta e nel pomeriggio in piazza Montecitorio per un sit in – scenderà invece in piazza la Gilda degli insegnanti: dopo aver sottolineato come si “caduto nel silenzio l’appello lanciato il 28 settembre agli altri sindacati della scuola per una manifestazione unitaria”, il sindacato di Di Meglio “ha deciso di scendere in piazza da sola per protestare contro i tagli agli organici, che stanno mettendo sempre più in ginocchio la scuola pubblica statale, e per chiedere chiarezza al Governo sulle risorse da destinare agli scatti di anzianità.
Detto della Flc-Cgil, in rotta con il Governo da anni, e della Cisl Scuola, che conferma la nuova strategia critica verso l’esecutivo andando ad evidenziare tutte le sue perplessità per la recente lettera d’intenti inviata da Berlusconi a Bruxelles (in particolare sulla “ristrutturazione” delle scuole meno produttive), il 27 ottobre si è registrata anche la presa di posizione dello Snals, che minaccia di non fermarsi all’attuale stato di agitazione qualora il Governo non cambi registro: il sindacato condotto da Nigi si dice preoccupato, in particolare, per le penalizzazioni contenute nella bozza del ddl Stabilità “per il personale dei comparti dell’Afam”: in particolare, l’organizzazione autonoma punta il dito contro “la cancellazione della progressione di anzianità e la riduzione a soli 10 giorni l’anno per i permessi di studio, ricerca e produzione artistica, con l’obbligo di recupero delle ore di lezione, e la fine della cumulabilità dei permessi artistici, ovvero, dell’anno sabatico, con l’unica concessione di poter usufruire dei permessi eventualmente non goduti negli anni scorsi fino a esaurimento ma non oltre 30 giorni l’anno. Si tratta di misure lesive di un diritto riconosciuto e previsto da tutta la normativa precedente anche a tutela di un servizio scolastico le cui specificità sono evidenti”.
Lo Snals ritiene poi “inaccettabile la previsione di utilizzare il personale docente tecnico-pratico come personale non docente (contenute sempre nel ddl Stabilità ndr) con la previsione di un suo impiego nel profilo dell’assistente tecnico mortificando così le professionalità e i diritti di entrambe le tipologie di personale”.