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Sistema scolastico in crisi per scioperi nel Regno Unito. Chiuse le scuole in Scozia

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La situazione generale dei sistemi educativi e del mondo dell’istruzione, a livello comunitario, è caratterizzata tragicamente da eguali quali pagamenti non aggiornati al potere d’acquisto, welfare insufficiente o inadeguato rispetto a settori omologhi e del medesimo livello, fenomeni dispersivi e crisi sociali che colpiscono gli istituti e gli stati denunciati di vetustà di questi ultimi, che sottopongono la popolazione studentesca ed il corpo docente ad un rischio imminente. Per tali ragioni, in aggiunta all’inflazione galoppante in numerose aree del paese e all’aumento complessivo del costo dei beni di consumo, i lavoratori dell’istruzione hanno dichiarato uno sciopero senza precedenti in tutto il territorio scozzese attraverso le principali sigle di rappresentanza e localmente in Inghilterra ed Irlanda del Nord, provocando la chiusura di interi istituti e la sospensione, talvolta settimanale, delle attività didattiche in intere aree.

Un giovedì nero attende la Scozia: “pay attention” lo slogan più diffuso tra i dimostranti

È il quinto e più grande consiglio sindacale a confermare le chiusure e relative mobilitazioni successivamente alle località di East Ayrshire, East Dunbartonshire, Midlothian e Scottish Borders. I sindacati SSTA e NASUWT stanno scioperando per un giorno questa settimana in ogni area comunale in una disputa sulla paga con il comparto finanziario del Ministero dell’Istruzione scozzese. Un certo numero di località – tra cui Dundee e Aberdeen – stanno chiudendo le scuole secondarie agli studenti più giovani per via della penuria momentanea di docenti .L’azione sindacale dei membri dell’EIS la scorsa settimana ha portato alla chiusura di quasi tutte le scuole scozzesi. L’ultima offerta di pagamento del governo scozzese è stata formalmente respinta mercoledì. Ai sindacati degli insegnanti è stato offerto un aumento compreso tra il 5% e il 6,85%, ma si attendono almeno il 10 %. Il segretario all’istruzione Shirley-Anne Somerville afferma che la domanda del 10% è “insostenibile” per le casse statali scozzesi dedicate alla formazione scolastica. Il gruppo degli insegnanti dello Scottish Negotiating Committee for Teachers (SNCT), il forum di negoziazione per la retribuzione degli insegnanti in Scozia, ha affermato che l’offerta del governo scozzese era di fatto “del tutto inaccettabile per gli insegnanti scozzesi“. 

E in Italia? Prossime le mobilitazioni del comparto scuola 

Di certo, nonostante le comuni motivazioni che porterebbero ad una ribellione della classe docente, nel nostro Paese è raro trovare istituti chiusi e didattica sospesa per settimane, anche sulla base degli accordi intrapresi tra Sindacati, Pubblica Amministrazione e MI nell’ottica della continuità del servizio. Le prossime mobilitazioni (13 dicembre) presso le quali aderiscono le maggiori sigle sindacali (alcune in via distinta) sono la testimonianza di una sofferenza fisiologica del comparto scolastico, al quale vengono dedicate, secondo un merito squisitamente algoritmico, fondi marginali della Legge di Bilancio, pari a 33 miliardi circa, ma solo lo 0,6 %, secondo una logica di merito favorevole ai pochi, risulta finalizzato a riconoscere la professionalità docente specie in questi istanti di crisi. comune e collettiva.