
Dopo le scuole medie, anche gli istituti superiori potrebbero presto vedere un giro di vite sull’uso dello smartphone in classe. Una misura che, se confermata, andrebbe a incidere su un’abitudine ancora molto diffusa tra gli studenti delle secondarie di secondo grado.
Secondo un’indagine di Skuola.net condotta su 2.800 studenti, solo il 16% degli intervistati delle scuole superiori afferma che nessuno utilizza il telefono per fini personali durante le lezioni. Al contrario, per l’11% è una prassi generalizzata, mentre per il 36% riguarda la maggioranza degli alunni.
Eppure, l’uso personale del cellulare è già vietato. Il problema, però, sembra essere nell’applicazione del divieto: solo il 61% degli studenti segnala l’esistenza di un regolamento scolastico chiaro sull’uso del dispositivo (contro il 91% delle medie).
Laddove le regole esistono, i criteri di applicazione variano: in alcuni casi i telefoni vanno consegnati all’ingresso (8%), in altri devono restare spenti in aula (44%) o per tutta la permanenza a scuola (12%). Per il resto, l’uso è ammesso solo per fini didattici. Dove invece mancano indicazioni scritte, prevalgono regole verbali o accordi informali, spesso lasciati alla discrezione del singolo docente.
Ma gli stessi studenti sembrano consapevoli dei rischi legati all’eccessivo uso del digitale. In molti chiedono percorsi formativi per imparare a gestire meglio il tempo trascorso online. Come spiega Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net, “i giovani sanno che lo smartphone può influire sul benessere mentale. Un divieto, se ben gestito, potrebbe essere inizialmente criticato, ma nel tempo anche apprezzato”.
Sarà ora compito delle scuole, in sinergia con famiglie e organi collegiali, trovare un equilibrio tra rigore educativo e uso consapevole delle tecnologie.