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Spending review: il decreto ha un grande limite, riduce ma non qualifica la spesa pubblica

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Le scuole italiane all’estero sono istituti di eccellenza. La logica dei tagli basati esclusivamente sul numero dei posti in contingente non tiene in nessun conto che la scuola può funzionare solo con la presenza degli insegnanti di tutte le materie di ciascun ciclo.
La riduzione del personale nelle scuole italiane all’estero e il blocco di nuove selezioni, previste dalla spending review, è ingiusta e sbagliata e può avere ripercussioni, non sufficientemente considerate in sede di definizione del decreto, sull’immagine del nostro Paese, in importanti realtà europee ed extraeuropee, nelle quali sono molto apprezzate le nostre scuole e la nostra attività di promozione della cultura e della lingua italiana.
Quel che è previsto è un taglio lineare del 40% del contingente statale, che condurrà al ridimensionamento e, in alcune aree geografiche, la difficoltà di garantire il servizio scolastico e gli strumenti essenziali per la diffusione e la promozione della lingua e della cultura italiana.
L’intervento prevede effetti già dal prossimo anno scolastico, rischia, nei fatti, di impedire il funzionamento delle nostre scuole statali presenti in Europa e nel mondo.
La scuola, lo ribadiamo ha meccanismi propri. Se, si prende ad esempio un insegnante italiano di matematica del Liceo di Madrid, scuola di riconosciuta eccellenza, che rientra in Italia – spiega il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna – secondo quanto previsto dal decreto il posto non viene più assegnato.
Nei fatti, invece, l’insegnamento della matematica nel liceo spagnolo non può essere ‘sospeso’. Ci vorrà un altro insegnante di matematica.
La logica dei tagli basati esclusivamente sul numero dei posti in contingente – aggiunge il segretario del dipartimento Estero della Uil Scuola, Angelo Luongo – non tiene in alcun conto che la scuola può funzionare solo con la garanzia della presenza degli insegnanti di tutte le materie di ciascun ciclo, da lettere a matematica, da storia dell’arte a filosofia.
Il decreto ha un grande limite, riduce ma non qualifica la spesa pubblica – commenta Di Menna.
Rimangono alcuni aspetti decisamente negativi (ad es. gli ITP, gli inidonei, l’utilizzo del personale in soprannumero). La Uil Scuola quindi, assumerà iniziative nei confronti dei gruppi parlamentari e dei ministri dell’Istruzione e della Funzione Pubblica, proponendo emendamenti.
Su altri punti si registrano aspetti che vanno verso il necessario processo di razionalizzazione amministrativa e di modernizzazione.

Scuole italiane all’estero