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Studente morto durante lo stage, tutti contro il Pcto: è sfruttamento, studenti in piazza contro i ‘Morti di Stato’, scioperi in arrivo

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Ha lasciato il segno la tragica morte di un diciottenne, Giuliano De Seta, impegnato in un’azienda del veneziano specializzata nella piegatura dei metalli a Noventa di Piave, in provincia di Venezia, travolto da una pesante lastra di ferro, scivolata da un cavalletto e che ha colpito in pieno il ragazzo agli arti inferiori. Una morte che diventa ancora più assurda se si pensa che nel 2022 la stessa sorte è toccata, sempre durante degli stage formativi, al 18enne Lorenzo Parelli, travolto da una putrella all’interno di un’azienda meccanica della provincia di Udine che produce bilance stradali, e a Giuseppe Lenoci, di soli 16 anni, che ha perso la vita nelle Marche mentre si spostava per degli interventi.

La mobilitazione in Veneto

Mercoledì 21 settembre gli studenti hanno portato avanti diverse forme di protesta. A Milano, all’ingresso di Assolombarda, la Rete Studenti Milano ha portato delle lapidi con i nomi dei tre ragazzi morti e la scritta ‘Morti di Stato’ colorata di vernice rossa come il sangue.

Nello stesso giorno, i sindacati Cgil Cisl e Uil del Veneto hanno proclamato un’ora di sciopero in tutti i luoghi di lavoro della regione nel giorno dei funerali del giovane: i sindacati chiedono che sia fatta luce su quanto avvenuto a Noventa e ritengono necessario intervenire con urgenza per rendere più sicuri i percorsi di passaggio dalla scuola al lavoro, garantendo la sicurezza delle aziende sia per chi vi accede per imparare, sia per chi vi lavora quotidianamente.

Landini: certezze sul lavoro sicuro, riformiamo l’alternanza

Anche i sindacati nazionali si sono fatti sentire. “Penso che vada riformata l’alternanza scuola lavoro, è inaccettabile che i ragazzi muoiano in questa situazione, sono già tre quest’anno. Chiederemo al nuovo governo di riaprire immediatamente un confronto”, ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ospite di Agorà su Rai3.

“Si deve avere – ha spiegato Landini – la certezza della sicurezza dei posti di lavoro prima di attivarli”, invece “in molti casi si individuano luoghi in cui lavoratori e sindacati non sono coinvolti. C’è un problema che riguarda anche la qualità dei tutor, non tutte le imprese sono strutturate e organizzate”.

Landini quindi ricordato che si continua a morire sul lavoro “con una media di tre morti al giorno. Questo vuol dire che la sicurezza non è considerata un investimento ma un costo. Occorre mobilitarsi”.

Bombardieri: perchè Bianchi non convoca i sindacati?

Più moderato il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, intervenendo al congresso della Uil scuola, secondo il quale non si deve asserire che “l’alternanza scuola-lavoro va superata, ma servono interventi precisi. Cosa aspetta il ministro a convocare un confronto con i sindacati? Quanti morti dobbiamo registrare ancora prima che si apra un tavolo per capire come si mettono in sicurezza i ragazzi che fanno questi percorsi? Cosa deve succedere ancora?”.

Secondo il numero uno Uil, “i percorsi vanno concordati con le organizzazioni sindacali e se le aziende sono piccole vanno chiamate le organizzazioni sindacali di categoria della scuola, perché sulla sicurezza parliamo tutti lo stesso linguaggio”.

Secondo Bombardieri, “spesso si chiama alternanza scuola-lavoro ma si trasforma in sfruttamento e lavoro nero dei ragazzi mandati dalle scuole”.

D’Aprile: a scuola non si lavora, si studia

Il segretario della Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile, aprendo i lavori del 2° Congresso Nazionale del sindacato, ha detto che “non possiamo più assistere in modo inerme alle morti di studenti come Giuliano De Seta, deceduto venerdì scorso dopo essere stato colpito da una lastra di metallo mentre frequentava uno stage con un istituto tecnico statale. La scuola non deve piegarsi alle logiche di mercato. C’è un tempo per tutto. A scuola non si lavora, si studia”.

Di Meglio: no alla scuola-azienda

Rino Di Meglio, coordinatore nazionale Gilda Unams, ha apprezzato “la battaglia sostenuta dalla Uil in favore di un’autonomia scolastica che sia incentrata sulla cultura e non sull’aziendalizzazione della scuola. Si tratta di una battaglia che anche la Gilda porta avanti con fermezza e sulla quale, come già in passato per altri temi, uniremo le forze nell’impegno comune in difesa della scuola pubblica statale, istituzione della Repubblica sancita dalla nostra Costituzione”.

Letta: questa Italia non ci piace

Parole forti sono state pronunciate pure dal leader del Partito democratico, Enrico Letta: parlando a Siena, in piena campagna elettorale, il segretario Pd ha detto che “questa Italia, così com’è, non ci piace”.

Perchè in Veneto, ha continuato il dem, “è morto un ragazzo di 18 anni facendo uno stage e questa è un’Italia che non può piacerci”.

La Cgil si ferma venerdì 23 settembre

Infine, la Flc Cgil ha indetto uno sciopero per venerdì 23 settembre in occasione del Global Strike 2022 per il clima lanciato da Fridays For Future. Uno sciopero che coinvolgerà tutti i lavoratori e le lavoratrici del comparto istruzione e ricerca (scuola, università, EPR, AFAM), compresa l’Area dirigenziale e i docenti universitari, oltre che la formazione professionale e le scuole non statali.

“Le tragedie dello scorso venerdì con la morte dell’ennesimo studente impegnato in un percorso di alternanza scuola-lavoro e l’improvviso temporale su Senigallia e nell’entroterra Marchigiano con il tragico bilancio di 11 morti e 2 dispersi, confermano la nostra scelta di proclamare lo sciopero”, ha fatto sapere il sindacato della conoscenza della Cgil.

Per la Flc “i due tragici eventi non sono tra loro sconnessi. Alle spalle della devastazione nelle Marche c’è un’accumulazione estensiva e predatoria, che da decenni occupa il territorio senza attenzioni all’ambiente e alla sicurezza. Alle spalle della assurda morte di Giuliano in una piccola fabbrica di Noventa di Piave, c’è l’idea insensata che ogni posto di lavoro possa rappresentare un’occasione formativa a prescindere dai livelli di rischio e dal contesto in cui si svolge. In entrambi i casi l’imperativo è quello della crescita e del profitto senza alcuna considerazione per la vita e per l’ambiente”.

“Per cambiare le cose – continua il sindacato – bisogna iniziare a metter in discussione obiettivi di fondo e modelli di sviluppo con cui sono organizzati il territorio, il lavoro e l’istruzione. Per questo serve rilanciare la mobilitazione per la sicurezza nei luoghi di lavoro, per l‘abrogazione dell’obbligatorietà del PCTO in favore dell’istruzione integrata e bisogna ripensare il nostro rapporto con il territorio e i suoi rischi, ma serve farlo avendo in mente un’altra idea di società”.

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