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Studenti ancora in piazza: i tagli alla scuola sono incostituzionali!

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Il giorno dopo le manifestazioni di cui sono stati protagonisti in decine di città, migliaia di studenti sono tornati in piazza. L’occasione per farlo è stata la manifestazione nazionale, svolta a Roma, “La Via Maestra”, organizzata in difesa dei principi costituzionali: da Torino a Catania, sono arrivati nella Capitale per partecipare al corteo partito da Piazza della Repubblica.
“Scendiamo in piazza a fianco di tante altre organizzazioni, comitati, associazioni, gruppi e a migliaia di cittadini per dire che senza l’attuazione dei principi costituzionali, a partire dal diritto allo studio e all’accesso libero ai saperi, per questo Paese non c’è futuro – ha detto Federico Del Giudice, portavoce nazionale della Rete della Conoscenza -. Per questo crediamo che i tagli alla scuola e all’università, e più in generale l’attacco al welfare, al lavoro, ai servizi pubblici e ai beni comuni, siano politiche incostituzionali”.
“In definitiva crediamo – ha dichiarato Roberto Campanelli, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti – che l’austerità stessa sia incostituzionale, nella misura in cui la distruzione dei diritti di cittadinanza in nome del rigore e della stabilità è anche un attacco ai principi fondamentali della Costituzione, come l’art. 3. Per questo non chiediamo la semplice attuazione della Carta, ma per esempio diciamo no al pareggio di bilancio come regola costituzionale”.
“Attuare la Costituzione non significa considerarla intoccabile – aggiunge Alberto Campailla, portavoce nazionale di Link – Coordinamento Universitario – bisogna anzi aggiornare ed espandere la sfera dei diritti fondamentali riconosciuti a tutte e tutti. Pensiamo ad esempio al diritto all’abitare o quello al reddito. Inoltre, la tragedia degli ultimi giorni a Lampedusa ci dimostra per l’ennesima volta che politiche migratorie razziste e xenofobe producono tragedie che possono essere superate solo con una nuova definizione del concetto di cittadinanza e con la reale attuazione del diritto d’asilo per i migranti”.
Insomma, con l’autunno appena iniziato c’è da aspettarsi che le rivendicazioni degli studenti non si fermeranno di certo qui. Soprattutto se nella prossima Legge di stabilità dovessero spuntare sacrifici da chiedere ancora una volta al settore dell’istruzione pubblica.