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Tajani riparte dallo ius scholae, ma la Lega si… infuria. E il Pd? Va in pallone

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Antono Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, nonché coordinatore di Forza Italia, nell’altalena, in sintonia con la commedia di Nino Martoglio, perché, dopo la prima mandata, quella del febbraio scorso, allorché lanciò la proposta di consentire ai ragazzi stranieri la cittadinanza italiana, a condizione che abbiano superato tutti i cicli scolastici, oggi ritorna e rilancia, con una seconda mandata, ma con similare risultato della volta scorsa: nulla di fatto, se non uno svolazzo di vento, come quello appunto che si avverte sull’altalena quando è lanciata. 

Forse, dicono gli osservatori politici, l’altra spinta altalenante ci sarà a settembre? Chissà? In ogni caso, sembra pure che il suo partito, Forza Italia, si sarebbe detto pronto a votare la legge sulla cittadinanza con il Pd, ma valgono tuttavia le giuste precisazioni: “Non è che siamo pronti a votare con il Pd. È il Pd che deve votare la nostra proposta. Siamo pronti a discuterla con tutti quanti. Il Parlamento è sovrano”;  dentro i cui scranni, viene promesso, la legge sulla cittadinanza dopo 10 anni di scuola, sarà portata. Ma per l’altra ala forzista, quella più vicina alla Lega, lo Ius Scholae “è un’arma di distrazione di massa” ed è meglio affossarla, forse anche per evitare che le corde dell’altalena di Tajani si spezzino, facendo precipitare, possibile mai?, anche il Governo.  

Il Pd, sulla materia, ha, come è noto, altri punti divista e altre proposte per consentire la cittadinanza italiana agli stranieri, ma le parole di Tajani sono sufficienti a farli andare nel pallone, incerti e indecisi, se lasciare o rilanciare, ma sperando in una crisi di governo. E allora meglio stare zitti sperando che Tajani si scordi e scenda finalmente dal suo giocattolo.

Diverse le parole di quel furbacchione di Matteo Renzi, che si sta dimostrando l’unica opposizione credibile e puntuale, e che  cerca in qualche modo di mettere alle strette il coordinatore di Forza Italia con l’obiettivo di fargli rompere una alleanza troppo stretta con le destre, richiamandolo alla sua vocazione centrista e mostrandogli pure il luogo (ma c’è ancora?) lasciato libero dalla purtroppo scomparsa Dc. Lì, sembra sussurrare col don Giovanni, “ci darem la mano”.  

Di tutt’altra impennata La Lega di Matteo Salvini: “La proposta è sbagliata tecnicamente ed è irricevibile dal punto di vista politico. Per noi è una partita chiusa”.

Chiusa a doppia mandata, anche per evitare polemiche che possono portare ad altre chiusure con fermature che, se tropo strette, si possono perfino spezzare.

Per i meloniani, quelli cioè di Fratelli d’Italia, la legge sulla cittadinanza basta sullo ius scholae va bene, anche se, occhieggiando FI, viene aggiunto: “Noi siamo su posizioni diverse. Ma non siamo lo stesso partito e ciascuno ha le proprie sensibilità”.

Meloni però, chiude definitivamente nel salotto di Vespa: ” In ogni caso se posso dare un consiglio sarebbe un bene che tutti ci concentrassimo sulle priorità del nostro programma che dobbiamo terminare entro la fine della legislatura”. Il programma, come il convitato di pietra, non si può aggirare e dunque, lasciamo certe speranze agli altri.

Tuttavia, ci si chiede: perché Tajani si diverte così tanto a volteggiare tanto piacevolmente su un tema ostico alla destra? Secondo gli esperti politologi, dietro ci sarebbero i Berlusconi che hanno a cuore i diritti civili, compresa la questione del fine vita; ma hanno pure a cuore una collocazione politica non del tutto schiacciata sulla destra, ammiccando appunto verso quell’elettorato di centro, indeciso fra una sinistra in mongolfiera e una destra su jet supersonici.