
Lo avevamo scritto esattamente un mese fa, nella giornata per ricordare le vittime di amianto e dei decessi per esposizione ambientali: in Italia ci sono troppe vittime, 7 mila solo nel 2024, circa 60 mila nell’ultimo decennio, e si tratta del numero maggiore riscontrato nel vecchio Continente. E molte scuole sono purtroppo ambienti ad alto rischio. A riscontrarlo è stata anche la Corte d’Appello di Trieste, che ha condannato il ministero dell’Istruzione e del Merito al risarcimento di circa 600mila euro in favore della famiglia di B.R., ex tecnico di laboratorio dell’Istituto A. Volta di Trieste, morto nel 2016 per mesotelioma pleurico, malattia direttamente collegata all’esposizione all’amianto nel luogo di lavoro.
L’Osservatorio Nazionale Amianto ha fatto sapere che la Corte ha riformato la sentenza di primo grado, riconoscendo le responsabilità del Ministero e il legame tra la malattia e le mansioni svolte dall’uomo, che per 15 anni ha lavorato all`interno dei laboratori e nell’officina meccanica dell’Istituto, occupandosi di aggiustaggio, gestione di macchine utensili e manipolazione di materiali contenenti amianto.
L’attività includeva anche la rimozione e lo smaltimento di rifiuti pericolosi, spesso senza adeguate protezioni. La diagnosi arrivò nel 2014. Meno di due anni dopo, B.R. si spegneva a 77 anni. Ma non è un caso isolato: altri lavoratori dell’Istituto si sono ammalati e persino uno studente è stato colpito da una patologia asbesto-correlata, confermando la pericolosità della contaminazione in ambienti scolastici.
“Finalmente giustizia. Dopo il primo rigetto, abbiamo insistito per dare voce e dignità a questa famiglia”, ha detto l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto e legale della famiglia insieme al collega Corrado Calacione del Foro di Trieste.
“È una vittoria legale e morale per tutti coloro che hanno subito gravi conseguenze in silenzio. Una sentenza che dimostra che il rischio amianto nelle scuole è una realtà che riguarda tutti, e che non può più essere ignorata”, ha aggiunto Bonanni.
Dall’ultimo rapporto Renam dell’Inail risulta sono 158 i casi di mesotelioma rilevati tra il personale scolastico in Italia: una cifra che alimenta un allarme sanitario spesso non adeguatamente considerato.
L’alto numero di vittime di amianto negli istituti di formazione pubblica è dovuto soprattutto al fatto che questo materiale è presente negli edifici di 2.500 scuole (stima del 2023), all’interno delle quali sono esposti più di 352.000 alunni e 50.000 tra docenti, dirigenti scolastici e personale Ata. Sono oltre 120 mila i casi accertati di personale scolastico che è stato colpito da questa malattia, purtroppo quasi sempre mortale.