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Amianto ed eternit presenti ancora in 2.500 scuole: alunni, docenti e personale rischiano la vita ma non si fa nulla. Perchè?

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Si continua a morire per l’amianto, il mesotelioma bandito nel 1992: sono 7 mila le vittime in Italia nel 2024, circa 60 mila nell’ultimo decennio, e si tratta del numero maggiore riscontrato nel vecchio Continente, anche più di Germania e Francia dove i numeri di vittime della sostanza cancerogena sono altrettanto alti.

L’Onu sostiene che sono oltre 200 mila i decessi per malattie correlate nel mondo e l’Osservatorio Nazionale Amianto sostiene che sono ancora di più perché ci sono i cosiddetti Stati ‘canaglia’ che omettono di segnalare e registrare i casi di malattia e morte.

Scuole, ospedali e altre strutture da “bonificare”

Il 28 aprile si celebra la giornata per ricordare le vittime di amianto e dei decessi per esposizione ambientali. Il problema è che vi sarebbe molto da fare: soprattutto l’eternit (il cemento amianto) è presente infatti ancora negli edifici di 2.500 scuole (stima del 2023), all’interno delle quali sono esposti più di 352.000 alunni e 50.000 tra docenti, dirigenti scolastici e personale Ata. Sono oltre 120 mila i casi accertati di personale scolastico che è stato colpito da questa malattia, purtroppo quasi sempre mortale.

Numeri non molto diversi sono stati resi pubblici dalla Società italiana di medicina ambientale, per quale nel 2022 sosteneva che in Italia esistono ancora 96.000 siti contaminati e più di 370.000 strutture contenenti amianto censite dalle Regioni, tra cui oltre 2.400 plessi scolastici a rischio.

A rischio vi sono anche 1.500 biblioteche ed edifici culturali, compresi almeno 500 ospedali (stima per difetto perché la mappatura Ona è ancora in corso): hanno infatti componenti in amianto nelle strutture e negli impianti tecnici, in particolare termici, elettrici e termoidraulici.

La testimonianza

Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, ha spiegato all’agenzia Ansa che dietro ai numeri di vittime dell’ultimo periodo ci sono “volti, storie, famiglie spezzate oggi. Molti non sapevano, altri sono stati ignorati. Troppi sono stati sacrificati nel nome del profitto. Non è più ammissibile che ci governi la lobby dei produttori del minerale killer e che le bonifiche vadano a rilento, nonostante la chiara presa d’atto di tutte le Istituzioni”.

Purtroppo, secondo Bonanni “l’amianto non ha ancora messo al bando l’Italia. Questa giornata nazionale non è solo memoria. È un grido. Un richiamo alla responsabilità, alla bonifica, alla giustizia per le vittime e alla tutela di chi oggi vive, lavora, studia in luoghi contaminati. In questa giornata, ricordiamo i caduti invisibili dell’amianto. E riaffermiamo un impegno: mai più profitto sulla pelle delle persone. Mai più silenzio. Mai più vittime”.

Gli effetti della sostanza cancerogena

Il mesotelioma maligno è un tumore raro che colpisce prevalentemente gli uomini. In Italia rappresenta lo 0,8 per cento di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo e lo 0,3 per cento di quelli diagnosticati nelle donne. Il 90 per cento dei mesoteliomi è dovuto all’esposizione ad amianto, materiale utilizzato soprattutto negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso. Poiché intercorrono di solito alcuni decenni tra l’esposizione e l’eventuale insorgenza del mesotelioma, ci si attende che il numero di diagnosi continuerà a salire nei prossimi anni per raggiungere il picco tra la seconda e la terza decade degli anni Duemila. Tutti i casi di mesotelioma vengono segnalati al Registro nazionale mesoteliomi.

L’indice di mortalità è di circa il 93% dei casi. Ogni anno ci sono 10mila nuove diagnosi, in prevalenza uomini, per motivi professionali, operai negli stabilimenti o nei siti militari e in particolare nelle regioni a maggior rischio. Lombardia, Piemonte, Liguria e Lazio che rappresentano oltre il 56% dei casi segnalati. Secondo le statistiche dell’Oms sono circa 125 milioni i lavoratori in tutto il mondo ancora esposti alla sostanza cancerogena, e più di 107mila che muoiono ogni anno a causa dell’amianto. Per quanto riguarda l’Italia nel 2024, sono presenti “40 milioni di tonnellate di amianto all’interno di un milione di siti e micrositi, di cui 50 mila industriali, e 42 di interesse nazionale.

Il risarcimento record

A seguito dell’esposizione continua all’amianto all’interno della scuola, a fine 2021 fu assegnato un risarcimento record ad un’ex docente, deceduta dopo avere prestato servizio in una scuola dove era presente ancora la sostanza pericolosa.

A stabilirlo fu il tribunale del Lavoro di Bologna, che ha condannato il ministero dell’Istruzione al risarcimento di un danno che sfiora il miliardo (per esattezza pari a 930.258 euro) per la morte nel 2017 di una docente, colpita da mesotelioma a causa dell’esposizione permanente all’amianto presente nella scuola in cui lavorava.