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Tfa sostegno 2023, Fracassi (Flc Cgil) alla Tecnica risponde live: “Troppi posti in deroga a non specializzati, precariato e poca stabilità per gli alunni”

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Intervenuta nel corso dell’appuntamento della Tecnica risponde live dedicato al Tfa sostegno 2023, la nuova segretaria generale Flc Cgil Gianna Fracassi, intervistata dal direttore della Tecnica della Scuola Alessandro Giuliani, ha parlato delle novità in arrivo e delle problematiche del sostegno nel nostro sistema scolastico:

“Auspichiamo che il decreto esca il prima possibile perché è evidente che stiamo andando verso il periodo estivo che notoriamente non aiuta i percorsi di selezione, i tempi sono fondamentali. Ci risulta che per chi ha tre annualità di servizio dovrebbe esserci una riserva del 30-40% dei posti. Lo vedremo col decreto ma questo dovrebbe essere il quadro di riferimento. Ci sono alcuni nodi che rischiano di non essere sciolti, c’è una differenza di disponibilità di posti tra Nord e Sud e questo è un tema e c’è un nodo di fondo rispetto al sostegno perché 29mila posti sono tanti ma sono tantissimi invece i posti in deroga non coperti da personale specializzato. Mi sembra si provi a svuotare il mare con un secchiello alla luce del fatto che sugli organici di sostegno pesa come un macigno il limite che è il rapporto tra organico di diritto e organico di fatto. Questo elemento rischia di produrre nel nostro sistema scolastico una sacca di precarietà o di non determinare che sia coerente con i bisogni delle ragazze e dei ragazzi con disabilità. È un nodo politico che dev’essere affrontato”.

Precariato continuo e poca stabilità

“Se abbiamo all’incirca sui 90-100 mila ogni anno, quest’anno siamo sui 92mila posti in deroga e non abbiamo personale specializzato -spiega Fracassi – ma soprattutto abbiamo un rapporto tra organico diritto e organico di fatto. Lo sappiamo bene che c’è un tetto che è stato un po’ ammorbidito nel 2021, ma c’è ancora. Stiamo precostituendo due fenomeni che diventano strutturali: il primo, una sacca di precariato che replica sempre sé stesso, il secondo che dovrebbe avere l’interesse dell’Unione europea che è forse un po’ disattenta, il fatto che a bambini con disabilità non vengono garantiti insegnanti che abbiano la necessaria stabilità. Questi posti non rimangono vuoti, sono posti ricoperti da personale a tempo determinato. Il risparmio per lo Stato è minimale. I genitori stessi si attivano, ci sono stati anche ricorsi alla Corte Costituzionale. È un terreno sensibile, continueremo a chiedere che anche la politica si assuma le sue responsabilità”.