La scuola non è solo il luogo dell’istruzione, ma anche lo spazio in cui gli studenti apprendono la gestione delle emozioni, il rispetto reciproco e i valori di convivenza. Il recente caso di stalking in Valle d’Aosta, che vede un ventenne accusato di minacce nei confronti della ex fidanzata minorenne, ripropone con urgenza il tema dell’educazione ai sentimenti e del contrasto alla cultura del possesso.
Secondo la ricostruzione dell’accusa riportata da Ansa, il giovane avrebbe cercato di limitare la libertà della ragazza con atteggiamenti ossessivi e coercitivi, minacciandola persino di farle “fare la fine di quella là“, chiaro riferimento al femminicidio di Giulia Cecchettin. La giovane, spaventata e oppressa, si sarebbe confidata con gli insegnanti, che hanno testimoniato la sua paura e il disagio vissuto anche nell’ambiente scolastico. Il procuratore di Aosta ha chiesto al giudice monocratico di infliggere un anno e dieci mesi di reclusione al ventenne valdostano a processo con l’accusa di stalking nei confronti della ex.
La scuola può e deve giocare un ruolo cruciale nella prevenzione di queste dinamiche tossiche. Gino Cecchettin, padre di Giulia, in una diretta con la Tecnica della Scuola, ha sottolineato l’importanza di educare i giovani ad accettare il “no”, a riconoscere i limiti altrui e a sviluppare una mentalità di rispetto reciproco. “Se i genitori vi spianano la strada, cercate una sfida”, ha dichiarato, sottolineando come la crescita passi anche attraverso il confronto con le difficoltà e la consapevolezza dei propri limiti.
Un altro punto critico riguarda la formazione dei docenti. Spesso, retaggi culturali e stereotipi influenzano anche l’atteggiamento degli insegnanti, rendendo più difficile il contrasto alle dinamiche patriarcali. Sempre Gino Cecchettin ha annunciato l’intenzione di presentare una proposta per formare i docenti su questi temi, affinché possano riconoscere e affrontare situazioni di disagio emotivo e relazionale tra gli studenti.
Il caso di stalking in Valle d’Aosta non è isolato. La scuola deve diventare un presidio di prevenzione, un luogo in cui gli studenti possano sentirsi al sicuro e ricevere strumenti per costruire relazioni sane. L’educazione sentimentale e al rispetto deve essere parte integrante del percorso formativo, per contrastare alla radice una cultura che troppo spesso giustifica il controllo e la violenza nelle relazioni.