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Toscana: Asili nido, meno liste di attesa e più servizi

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“I dati, pure lusinghieri, forniti da Cittadinanza attiva sugli asili nido in Toscana e che collocano la nostra regione al secondo posto dopo l’Emilia Romagna per capacità di risposta alla popolazione sono, in realtà, approssimati per difetto. La realtà toscana è migliore di quella delineata da questi dati che sono buoni ma non sono aggiornati. In Toscana infatti, nonostante le difficoltà finanziarie, abbiamo scelto di fare uno sforzo per potenziare il servizio e i risultati ci sono stati”. 
Così l’assessore all’istruzione, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini risponde, dati alla mano, ai numeri forniti dall’associazione.

Dal 2000 al 2005 il numero dei servizi per la prima infanzia presenti in Toscana è passato da 349 a 710, mentre i bambini da 0 a 3 anni ospitati in queste strutture (asili nido e altre tipologie alternative) sono circa 24.000. In questi stessi anni, a fronte di un costante aumento delle iscrizioni, le liste di attesa sono diminuite dell’8,74%, mentre la percentuale di domanda soddisfatta passa dal 56,65% del 2000 al 71,3 %. 
La risposta alla popolazione, cioè il numero di servizi esistenti rispetto alla popolazione di questa fascia di età, è passata in questi stessi anni dal 13,30% del 2000 al 26% del 2005. A livello nazionale la risposta è del 9,9%.
“Sono risultati – commenta Simoncini – che ci collocano non solo fra le prime regioni a livello nazionale ma anche sulla buona strada rispetto alle indicazioni del Consiglio europeo di Lisbona che danno il 33% di risposta alla popolazione come traguardo per il 2010. 
E’ un traguardo realistico e ci stiamo impegnando al massimo, insieme agli enti locali, per realizzarlo, con una forte attenzione alle fasce più deboli, anche nella definizione delle rette che, come noto, sono stabilite dai Comune e diversificate secondo il reddito. 
Nel 2006 abbiamo stanziato a favore dei Comuni per i servizi all’infanzia circa 11 milioni di euro, ai quali si aggiungono altri 500 mila euro destinati ai piccoli comuni e di montagna per venire incontro alle esigenze dei territori più scoperti”.