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Troppe pressioni, Profumo lascia il Cnr

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Non ha aspettato le risposte dell’Antitrust. A sorpresa, senza attendere la metà di febbraio, il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, nella tarda serata del 30 gennaio ha deciso di lasciare la presidenza del Cnr. E dedicarsi, in tal modo, a tempo pieno all’impegno che da due mesi e mezzo lo vede a capo del dicastero di viale Trastevere.
Troppo forti sono state, evidentemente, le pressioni dei media nei sui confronti. Ma anche dei sindacati e di alcuni esponenti politici, come l’ex ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni. Negli ultimi giorni le richieste di lasciare l’alto incarico al Cnr si erano fatte sempre più insistenti. Tanto da costringere Profumo a rendere pubblici prima i motivi della linea attendista. E poi, oggi, ad esplicitare i motivi della sua interruzione del rapporto con Consiglio nazionale delle ricerche. Senza attendere il prossimo 16 febbraio, giorno in cui l’Antitrust si sarebbe espresso su quella che a molti sembrava una sovrapposizione di ruoli palese. L’accusa maggiore, una delle ultime pubblicate ieri sul primo quotidiano nazionale, si soffermava sul fatto che l’operato del Cnr è sotto il controllo diretto del Miur. E quindi del suo responsabile. Che dal mese di novembre è appunto Profumo.
Quella del 16 febbraio, inoltre, è una data che corrispondeva esattamente al 90esimo giorno successivo all’insediamento dei ministri del governo Monti. Ovvero il limite massimo indicato dallo legge per sciogliere qualsiasi situazione di conflittualità: “qualunque cosa l’Antitrust possa dire – ha scritto Sergio Rizzo dalle pagine del Corriere della Sera associando la situazione di Profumo a quella del ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, pure presidente dell’Area Science park di Trieste – c’è innanzitutto una ragione di opportunità grande come una casa per cui avrebbero dovuto lasciarle del tutto quelle cariche, anziché rifugiarsi in una poco dignitosa autosospensione: non un minuto dopo, bensì un minuto prima di giurare da ministro occorre tanto tempo per esaminare un caso di incompatibilità così evidente?”.
Profumo ha spiegato che la scelta di lasciare il Cnr è derivata “per ottemperanza agli obblighi di legge, rispetto delle istituzioni e senso di responsabilità nei confronti del Governo e dello stesso Cnr, dal quale peraltro mi sono immediatamente autosospeso”. Poi ha voluto far conoscere, nei particolari, i motivi della sua decisione. “Nel momento in cui il Presidente del Consiglio incaricato, prof. Mario Monti, mi ha onorato della designazione a Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca – ha detto Profumo – avevo appena avviato in qualità di presidente del Cnr un complesso processo di modernizzazione organizzativa e gestionale dell’ente. Naturalmente, la scelta di autosospendermi e di non dimettermi immediatamente aveva la sola finalità di preservare la continuità di azione del Cnr, in una fase particolarmente delicata, evitando in quel momento uno stallo amministrativo che avrebbe rischiato di pregiudicare il processo avviato”.
Il responsabile del Miur ha voluto ribadire di non aver mai accavallato i due incarichi, ma di aver assegnato gli alti poteri decisionali a persone molto a lui vicine professionalmente: “Da subito, come Ministro protempore dell’Istruzione, Università e Ricerca, non mi sono più occupato del Cnr, avendo delegato i miei poteri al vicepresidente, Prof.ssa Maria Cristina Messa, e affidato l’esercizio dei poteri di vigilanza del ministero al sottosegretario, Prof. Marco Rossi Doria”.
L’auspicio di Profumo è che “il percorso di rinnovamento e riorganizzazione del maggiore ente di ricerca italiano, che ho avuto modo di conoscere e apprezzare, non subisca ora alcun arresto, ma anzi possa proseguire sulla strada della maggiore efficienza e competitività internazionale. Nel pieno delle mie prerogative di Ministro vigilante mi impegnerò in tal senso”.