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Turchia, boom di studenti in carcere: quasi 3mila solo nel 2012

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Chi ha mai detto che gli studenti debbano necessariamente essere bravi ragazzi? È vero, non c’è nessuna correlazione certa. Solo che da questo a pensare che un’alta percentuale di giovani iscritti ad un corso scolastico o universitario possano avere seri problemi con la giustizia ce ne passa.
Eppure è così. Almeno in Turchia, dove il quotidiano Radikal ha scritto che solo nel 2012 ben 2.824 studenti hanno avuto problemi con la giustizia. E la maggior parte si trova in carcere, spesso con accuse di associazione a organizzazione terroristica. I dati citati dal quotidiano sono di fonte sicura: il ministero della Giustizia, resi noti dal titolare del dicastero, Sadullah Ergin, forniti in seguito a una interrogazione del Chp, il Partito repubblicano del popolo.
I 2.824 studenti sono stati arrestati a partire dal 21 gennaio 2012, frequentano la scuola superiore e l’università. Di questi 1.778 sono in carcere, mentre 1.046 sono fuori ma restano incriminati, quindi formalmente sotto processo. Di quelli in prigione 609 sono accusati di essere membri di un’organizzazione terroristica – formulazione che spesso indica il sospetto di militanza nelle file del Pkk, il partito dei Lavoratori curdi – il numero scende a 178 per quelli solo incriminati. Gli altri sono stati arrestati per aver partecipato ad attività di protesta, anche in questo caso spesso nel sud-est a maggioranza curda, ma pure nei più noti atenei del Paese.
Lo scorso anno il primo ministro turco, Recep Tayyip Erdogan e il ministro per l’Europa, Egemen Bagis, erano stati vittime di dure contestazioni in due atenei di Ankara e uno a Smirne. In un caso erano state anche lanciate uova, che avevano colpito Bagis. Gli autori del gesto sono in attesa di giudizio e rischiano fino a 3 anni di carcere.
A distanza di pochi mesi, però, il quadro sulla devianza e delinquenza giovane sembra essere peggiorato. “Si tratta di una situazione terrificante – ha detto Ozgur Ozel, deputato del Chp – Va al di là delle nostre stime. Persino studenti che hanno mostrato semplici striscioni per chiedere un’istruzione gratuita sono incriminati con capi di accusa che riguardano l’appartenenza a organizzazione terroristica“. Le parole del deputato turco fanno pensare: c’è il fondato sospetto che una buona percentuale di quei giovani accusati, molti dei quali anche carcerati, possa ritrovarsi in questo stato anche a causa della durezza delle leggi nazionali.