Home Personale Uil: “Un passo avanti ma non risolve il problema”

Uil: “Un passo avanti ma non risolve il problema”

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Il Miur cerca di  risolvere le incongruenze della norma in materia di supplenze brevi sia del personale docente che Ata.

La posizione della Uil è pù conciliante rispetto a quella Cisl (clicca qui)

La legge di Stabilità 2014 ha introdotto tali rigidità in materia di supplenze che – se non applicate con norme secondarie flessibili e di buon senso che tengano conto della specificità della scuola – rischiano di bloccarne il funzionamento.

Una norma che ignora completamente ruolo e competenze dirigenziali e mette a rischio il funzionamento stesso delle scuole loro affidate.

Il Miur cerca di curvare la rigidità della norma sbagliata alle reali esigenze di funzionalità delle scuole.

In particolare, per il personale docente, la legge consente uno spiraglio in quanto, mentre vieta di conferire supplenze per il primo giorno di assenza dall’altra, impone la garanzia dell’offerta formativa, che solo nell’ambito della scuola dell’autonomia può essere verificata, consentendo ai dirigente scolastici di nominare in caso di necessità.

Per il personale Ata, la legge fa divieto di sostituire i collaboratori scolastici nei primi sette giorni di assenza e non ricorda l’analoga esigenza di garanzia dell’offerta formativa, per cui la nota ministeriale insistendo sulla responsabilità del dirigente scolastico, non fa che scaricare sui dirigenti responsabilità organizzative.

E’ purtroppo ciò che sta accadendo in questi anni, in cui si fanno leggi con la sola prospettiva del risparmio, senza poi valutarne le conseguenze che, in questo caso, si ritorcono sui dirigenti schiacciati tra la norma primaria (inapplicabile) e le esigenze reali.

Non è difficile immaginare che neanche la nota del MIUR metterà dirigenti scolastici nelle condizioni di privilegiare la garanzia dell’offerta formativa, piuttosto che il risparmio finanziario. Il Governo per dare continuità e fare funzionare le scuole deve cambiare la norma primaria. Infatti, il ‘terrorismo psicologico’ indotto delle responsabilità contabili, condiziona impropriamente la scelta del dirigente scolastico.