![SaveTheChildren[cover Sito]](https://www.tecnicadellascuola.it/wp-content/uploads/2023/10/SaveTheChildrencover-sito-300x194.jpg)
Si è concluso a fine maggio il progetto di Save The Children S.F.E.R.E – Socialità Formativa Educazione Resiliente, finanziato dall’Unione Europea, tramite l’iniziativa Next Generation EU, finalizzato alla messa a punto di interventi socio-educativi strutturati per combattere la povertà educativa nel Mezzogiorno a sostegno del Terzo Settore.
Il progetto – biennale, iniziato nel 2023 – si è sviluppato, come si legge sul sito di Save The Children, a partire da una rete di attori già attiva sul territorio per la costruzione di strategie miranti alla riduzione dell’abbandono scolastico. Il territorio in questione era quello dei quartieri Barra e Ponticelli di Napoli, l’obiettivo specifico contrastare il fenomeno della dispersione scolastica, puntando all’inclusione socioeducativa e/o professionale di circa 130 minori di età compresa tra gli 11 e i 17 anni.
Tra i partner del progetto anche l’I.I.S. “Sannino-De Cillis” , ubicato nel quartiere Ponticelli a Napoli.
La dispersione scolastica – come sottolineato sul sito della scuola – rappresenta una delle sfide più complesse e urgenti del sistema educativo italiano. Non si tratta solo di abbandono scolastico, ma anche di frequenza irregolare, partecipazione passiva e difficoltà a raggiungere una formazione completa e significativa. Contrastare la dispersione significa intervenire su più livelli: didattico, sociale, emotivo e culturale. Le scuole sono chiamate a costruire ambienti accoglienti, inclusivi e motivanti, capaci di far sentire ogni studente valorizzato e protagonista del proprio percorso.
È, dunque, in quest’ottica che l’I.I.S. “Sannino-De Cillis” ha aderito al Progetto S.F.E.R.E. in collaborazione con Save the Children.
Nello specifico, il progetto è iniziato con un percorso formativo e di affiancamento rivolto ad un gruppo di docenti dell’Istituto, finalizzato ad approfondire strumenti e strategie operative per la prevenzione e il contrasto della dispersione scolastica.
Attraverso il confronto con esperti del settore, i docenti hanno imparato a riconoscere i segnali di disagio degli studenti e a costruire con loro relazioni educative significative, attivando altresì percorsi personalizzati in grado di rispondere ai bisogni formativi dei ragazzi e delle ragazze più fragili.
Per gli alunni sono stati organizzati, inoltre, incontri con maestri artigiani e rappresentanti di enti del terzo settore che li hanno coinvolti in visite guidate e attività laboratoriali ed esperienziali, illustrando loro le opportunità e le risorse offerte dal territorio in cui vivono. Le attività sono state progettate e svolte con lo scopo non solo di evitare l’abbandono scolastico, ma anche di favorire il successo formativo di tutti gli studenti, specialmente di chi parte da condizioni di svantaggio.
La scuola – concludono i referenti del progetto – non può però agire da sola: è necessaria una rete di corresponsabilità educativa, che coinvolga istituzioni, enti locali e la comunità. Solo unendo le forze sarà possibile garantire il diritto allo studio, costruire opportunità e restituire dignità a ogni giovane.