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Un minuto di silenzio per i morti di Lampedusa: la maestra dice no

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L’insegnante avrebbe detto ai suoi piccoli alunni di non capire i motivi di quel gesto di raccoglimento nel giorno del lutto nazionale anche perché, avrebbe sottolineato, “non si parlava di vittime italiane”. A riferire l’accaduto è don Francesco Cervio, parroco di Albonese e Nicorvo, due comuni della Lomellina, in provincia di Pavia, mentre la notizia è data dal quotidiano locale La Provincia Pavese, che riporta quella che sarebbe stata la frase della maestra elementare di una scuola nei pressi di Mortara:” Se all’ora precedente fossi stata io con voi non avremmo rispettato il minuto di silenzio per le vittime di Lampedusa: non capisco per quale ragione a volte si stabilisce il minuto di raccoglimento per alcune vittime e altre volte no, e poi non erano nemmeno italiani”. Il prete però non rivela né il nome dell’insegnante né quello della scuola, ma sottolinea che “non è successo a Vigevano”. Le parole della maestra, gravissime, sono arrivate all’orecchio del sacerdote dopo che un bambino aveva raccontato tutto ai suoi genitori. Increduli, hanno chiesto ai compagni di classe del bambino, che a loro volta hanno confermato. “L’insegnante che era in classe a quell’ora si è raccolta con i bambini nel minuto di silenzio. Poi è entrata l’insegnante successiva, i bambini le hanno raccontato del minuto di raccoglimento con la maestra precedente. Allora ha detto che se ci fosse stata lei in classe, a mezzogiorno, non avrebbe fatto rispettare il minuto di silenzio”. “Davanti a ragazzini così piccoli, in età formativa, un’insegnante non può permettersi un’affermazione del genere senza nemmeno un contraddittorio: ci troviamo di fronte a una enorme tragedia umanitaria. Formiamo prima gli insegnanti al senso civico”, ha detto il prete.