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Uso del cellulare a scuola: vietato nel primo ciclo. La proposta di legge

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Perché vietare l’uso degli smartphone nelle scuole del primo ciclo?La nomofobia, ovvero la paura incontrollata di rimanere sconnessi dalla rete, che crea una vera e propria dipendenza da cellulare, è uno dei pericoli dell’uso smodato dei dispositivi elettronici (accresciuto in questo anno di pandemia e di DaD), che ha indotto un gruppo di deputati, tra cui l’ex ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, a depositare alla Camera una proposta di legge per regolamentare l’uso di smartphone e tablet da parte dei minori di 12 anni.

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Il focus della proposta di legge, presentata il 15 marzo 2021, consisterebbe nel disporre precise limitazioni all’uso dei cellulari e dei tablet legate alle fasce di età dei bambini e nel vietare l’uso degli smartphone nelle scuole del primo ciclo.

Il cellulare a scuola

Ecco cosa stabilisce l’iniziativa di legge in fatto di cellulari a scuola.

  1. Vietato l’utilizzo di telefoni mobili e di altri dispositivi di comunicazione elettronica da parte degli alunni all’interno delle scuole primarie e delle scuole secondarie di primo grado e negli altri luoghi in cui si svolge l’attività didattica.
  2. I regolamenti delle istituzioni scolastiche stabiliscono le condizioni, i casi e i luoghi in cui l’utilizzo di telefoni mobili e di altri dispositivi di comunicazione elettronica è consentito per finalità didattiche e pedagogiche o per esigenze indifferibili degli alunni.
  3. Il divieto di cui al comma 1 non si applica all’utilizzo di telefoni mobili e di altri dispositivi di comunicazione elettronica consentito agli alunni disabili nel rispetto della normativa vigente.
  4. I regolamenti delle istituzioni scolastiche stabiliscono le sanzioni disciplinari per la violazione del divieto di cui al comma 1.

Ecco l’introduzione della proposta di legge: Difficoltà di apprendimento, ritardi nello sviluppo del linguaggio, perdita della concentrazione, aggressività ingiustificata, alterazioni dell’umore, disturbi del sonno, dipendenza: sono solo alcuni degli effetti che eminenti studiosi hanno riscontrato dopo aver verificato le conseguenze che l’uso continuato di telefoni cellulari e di altri apparecchi radiomobili provocherebbe nei bambini e negli adolescenti.

In particolare – insistono i deputati nella proposta di legge – assolutamente deleteria è la tendenza di molti genitori che permettono ai propri figli minorenni di portare con sé a letto smartphone, videogiochi e tablet per- ché convinti che possano « conciliare » il sonno. Secondo gli esperti, questo comportamento deve essere evitato ad ogni costo poiché potrebbe addirittura causare ai bambini paura del buio, insonnia e incubi notturni, ottenendo così un risultato diametralmente opposto a quello che si vuole raggiungere.

L’uso eccessivo dei device elettronici – ammoniscono – può portare a una vera e propria dipendenza, come quella che gli studiosi, ormai da anni, hanno identificato con il termine di « nomofobia » o di « sindrome da disconnessione ». La nomofobia si riferisce alla paura incontrollata di rimanere sconnessi dalla rete di telefonia mobile che una persona prova quando si accorge di non avere a disposizione il proprio telefono cellulare, una paura che può provocare effetti fisici collaterali simili a un attacco di panico, come sudorazione, vertigini, mancanza di respiro, tremori, nausea ed elevati stati di agitazione senza controllo.

La proposta di legge

Limitazioni per fasce d’età

Divieto assoluto fino ai 3 anni; al massimo un’ora al giorno dai 4 ai 6 anni; massimo tre ore dai 6 agli 8 anni; massimo quattro ore dai 9 ai 12 anni; obbligatorio il controllo dei genitori durante l’uso del dispositivo elettronico, con rischio di multe dai 300 ai 1500 euro per quei genitori che dovessero violare la disposizione (sebbene non sia ancora chiaro chi dovrebbe monitorare e come il rispetto della normativa).

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