
“Il 2 giugno è un simbolo della nostra identità nazionale e dei valori che la caratterizzano. Fieri della nostra libertà e della nostra democrazia. Buona festa della Repubblica!”. A scriverlo su X è stato il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, nella celebrazione della Festa della Repubblica.
In un’intervista al Messaggero, il titolare del Mim ha toccato vari argomenti. A partire dalla maturità, che ha definito “fondamentale per la maturazione del giovane“, non solo a livello di contenuti ma globalmente.
Valditara ha quindi criticato l’abolizione “della dizione ‘esame di maturità’”, perché quel “concetto” esplicita al meglio “che l’esame di Stato conclusivo del percorso scolastico ha un senso se verifica il grado di crescita personale e di maturazione del giovane, non soltanto il livello di apprendimento di singoli argomenti”.
Dopo essersi soffermato sull’uso eccessivo dei telefoni cellulari, non escludendo un divieto ancora più tassativo dell’attuale (perché ormai assistiamo tra i giovani ad “una vera e propria dipendenza da cellulare“, con riflessi negativi sull’apprendimento), il Ministro è anche tornato a parlare delle famiglie troppo permissive e di “genitori sempre pronti a soddisfare ogni desiderio dei propri figli”.
Il fatto che i genitori non siano in grado di “dire loro dei no”, ha dichiarato Valditara, conferma la teoria del sociologo Frank Furedi, professore emerito all’Università del Kent, secondo il quale mai come oggi la generazione di adulti risulta infantile: le famiglie non inviano segnali di maturità. In queste condizioni, come fanno i figli, conclude il Ministro, a diventare maturi e responsabili?