Home Attualità Valutazione alunni: a fine anno cambia la “pagella” della primaria

Valutazione alunni: a fine anno cambia la “pagella” della primaria

CONDIVIDI

Siamo a fine anno scolastico e, nelle scuole, è tempo di pagelle.
Alla primaria e alla secondaria di primo grado ci sono novità importanti legate ad una legge voluta dal ministro Valditara e approvata dal Parlamento nello scorso mese di ottobre.
Alla primaria si passa dalla “valutazione descrittiva” introdotta ai tempi della ministra Azzolina ai “giudizi sintetici” (ottimo, distinto e così via), mentre alla secondaria, resta il voto numerico.
Per il comportamento sono previsti il giudizio sintetico alla primaria e il voto numerico alla secondaria di primo grado (dove però fino ad ora si è usato il giudizio).
Nonostante che la legge fosse stata approvata già a ottobre, il Ministero aveva lasciato alle scuole la facoltà di applicare le novità a fine anno e non nel primo quadrimestre.

Adesso, però, arrivati a giugno, la legge va applicata anche se, per la verità, molte scuole si sono già organizzate per cercare di rendere più comprensibile per le famiglie il nuovo modello.

Alla primaria, per esempio, molte scuole hanno deciso di accompagnare la scheda ufficiale con un allegato che proponga una valutazione più analitica riferita, per le diverse discipline, ai diversi obiettivi di apprendimento.
Di per sé, infatti, il “buono” in lingua italiana, significa poco o nulla se non si offrono alla famiglia (e soprattutto all’alunno) alcune indicazioni più precise sui “punti di forza” e di “debolezza”: si tratta di migliorare il lessico o la comprensione del testo? l’esposizione scritta o le competenze grammaticali?
Peraltro va detto che la stesse disposizioni ministeriali lasciano aperta questa possibilità.

Un fatto però è certo: la legge 150 dell’ottobre scorso poteva essere una buona occasione per uniformare le modalità di valutazione nelle scuole del primo ciclo eliminando, in un modo o nell’altro, le differenze fra primaria e secondaria di primo grado che pure fanno parte entrambe del primo ciclo di istruzione.
La situazione non proprio limpida ha indotto molte scuole a cercare qualche soluzione per coinvolgere di più le famiglie.
In diversi casi dirigenti e docenti hanno organizzato incontri con le famiglie, in altri contesti sono state inviate lettere e circolari per spiegare le novità nel miglior modo possibile.

C’è solo da augurarsi che, adesso, questo modello resti fermo per almeno qualche anno e che non si rischi un nuovo “punto e capo” con il prossimo avvicendamento ai vertici del Ministero.