
L’anno scolastico si sta concludendo dovunque con i problemi di sempre.
Nelle scuole primarie, però, ce n’è uno in più perché gli insegnanti devono applicare le nuove regole sulla valutazione previste dalla legge 150 approvata dal Parlamento nello scorso mese di ottobre.
Fino all’anno scorso, infatti, alla primaria la valutazione doveva riguardare i singoli obiettivi di apprendimento e non le discipline nel loro insieme.
In pratica era necessario definire il livello raggiunto dall’alunno rispetto agli obiettivi definiti dal curricolo di scuola (per esempio, per la lingua italiana, le capacità di comprendere un testo scritto, di esprimersi oralmente o di saper scrivere un semplice testo, e così via).
Oltre tutto, le “formule” da utilizzare si riferivano ai livelli di apprendimento (in fase di prima acquisizione, base, intermedio e avanzato): si trattava, secondo gli esperti che avevano di fatto definito il “modello”, di una “valutazione descrittiva”.
Adesso, con la legge 150, si torna ai giudizi sintetici (ottimo, distinto e così via), che sono stati in vigore, seppure con qualche modifica, dal 1977 fino al 2008 quando la ministra Gelmini decise di introdurre il voto numerico anche alla primaria.
Nonostante che la legge fosse stata approvata già a ottobre, il Ministero aveva lasciato alle scuole la facoltà di applicare le novità a fine anno e non nel primo quadrimestre.
Adesso, però, arrivati a giugno, la legge va applicata anche se, per la verità, molte scuole si sono già organizzate per cercare di rendere più comprensibile per le famiglie il nuovo modello.
Molte scuole, per esempio, hanno deciso di accompagnare la scheda ufficiale con un allegato che proponga una valutazione più analitica riferita, per le diverse discipline, ai diversi obiettivi di apprendimento.
Di per sé, infatti, il “buono” in lingua italiana, significa poco o nulla se non si offrono alla famiglia (e soprattutto all’alunno) alcune indicazioni più precise sui “punti di forza” e di “debolezza”: si tratta di migliorare il lessico o la comprensione del testo? l’esposizione scritta o le competenze grammaticali?
Peraltro va detto che la stesse disposizioni ministeriali lasciano aperta questa possibilità.
Un fatto è certo: la legge 150 dell’ottobre scorso poteva essere una buona occasione per uniformare le modalità di valutazione nelle scuole del primo ciclo eliminando, in un modo o nell’altro, le differenze fra primaria e secondaria di primo grado che pure fanno parte entrambe del primo ciclo di istruzione.
La situazione non proprio limpida ha indotto molte scuole a cercare qualche soluzione per coinvolgere di più le famiglie.
In diversi casi dirigenti e docenti hanno organizzato incontri con le famiglie, in altri contesti sono state inviate lettere e circolari per spiegare le novità nel miglior modo possibile.