Home Attualità Vigilanza alunni, quando interviene il Miur?

Vigilanza alunni, quando interviene il Miur?

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La vigilanza del personale scolastico è diventato un tema caldissimo nelle ultime settimane, dopo l’ormai famosa sentenza della Cassazione che ha legittimato la condanna ad una scuola a seguito della morte di uno studente.

LAVORO EXTRA PER I DOCENTI

Come abbiamo visto, la sentenza ha scatenato il panico in alcune scuole, con presidi che hanno emanato circolari che prevedono la consegna degli studenti di scuola media ai genitori e di conseguenza la permanenza a scuola oltre l’orario dei docenti.
Inoltre, abbiamo anche scritto sulle responsabilità di vigilanza in caso di occupazione dell’istituto scolastico da parte degli studenti, per inquadrare il tema anche da altre prospettive.

IL MIUR DEVE INTERVENIRE

Anche la politica si sta muovendo in tal senso, come il Movimento Cinque Stelle, che chiede un intervento da parte del Ministero dell’Istruzione, con un’interrogazione parlamentare a prima firma Vacca, “prima per trovare una soluzione alla confusione e allo stato d’incertezza dei  genitori, dirigenti scolastici e docenti riguardo la custodia dei ragazzi minori di quattordici anni all’uscita da scuola”.

“In pratica, affermano i deputati pentastellati in commissione cultura, anche qualsiasi liberatoria scritta da parte del genitore che solleva la scuola da ogni responsabilità non è considerata sufficiente; ciò significa che un minore di 14 anni non può essere in alcun modo fatto uscire da scuola se non è consegnato al genitore o ad un maggiorenne delegato dallo stesso. Una situazione che ha urgente bisogno di essere chiarita sia attraverso indicazioni operative o regolamentari precise indirizzate a tutte le istituzioni scolastiche, ma che, probabilmente necessita di nuove norme con l’obiettivo di tutelare contemporaneamente i minori, le istituzioni scolastiche, i genitori e i docenti stessi”.

“La Cassazione svolge giustamente il proprio ruolo ma è necessario ascoltare le esigenze reali anche dei genitori e delle istituzioni vicine alle famiglie, proseguono i deputati, cioè le stesse scuole. Non è solo una questione di dinamiche familiari e lavorative che sarebbero fortemente messe in difficoltà, ma soprattutto la crescita personale di responsabilizzazione dei minori sarebbe non più un percorso pedagogico ma un percorso burocratico. Da tenere presente il dato che in Europa il 90% dei minori al di sotto dei 14 anni torna da solo a casa. In Italia solo il 30%. Se da una parte il Governo come sempre è assente, noi crediamo in un ascolto e un dialogo di crescita con i genitori e i docenti per il bene dei ragazzi”.

REGOLAMENTO DI ISTITUTO

Giusto per chiarezza, come scritto altre volte, ricordiamo anche ai deputati del M5S, che fanno bene a chiedere un intervento da parte del ministro Fedeli, che nel caso specifico la sentenza della Cassazione si riferisce ad una situazione in cui esisteva all’interno del regolamento di istituto una norma  in cui è chiaramente espresso che il personale ha degli obblighi di vigilanza extra ad hoc, ovvero non riconducibili direttamente al contratto, che invece sancisce chiaramente quali sono le responsabilità: l’insegnante è responsabile della vigilanza sugli alunni durante l’intero svolgimento delle lezioni, inoltre, come previsto dal comma 5 dell’art.29 del CCNL scuola, per assicurare l’accoglienza e la vigilanza degli alunni, gli insegnanti sono tenuti a trovarsi in classe 5 minuti prima dell’inizio delle lezioni e ad assistere all’uscita degli alunni medesimi.