
Capita sempre più spesso che i genitori degli alunni, incapaci di dominare gli impulsi primordiali di violenza, sfoghino le loro frustrazioni genitoriali, con atti inqualificabili nei confronti delle insegnanti con vere e proprie irruzioni punitive nei locali scolastici. Caso recentissimo è quello accaduto all’Istituto Comprensivo “Lombardo Radice” di Palermo, dove un genitore si è presentato a scuola per irrompere nell’aula del figlio dove c’era la maestra che era stata accusata di avere rimproverato il bambino. Due collaboratori scolastici, da quanto emerge da una lettera denuncia degli stessi insegnanti dell’IC Lombardo Radice”, sono stati malmenati nel tentativo di fermare la furia del genitore che stava spintonando violentemente un’altra insegnante che ha rischiato di cadere dalle scale della scuola. L’accaduto oltre a creare paura per l’incolumità delle docenti e del personale, ha generato un sentimento di sdegno e la richiesta di sicurezza nel luogo di lavoro.
La scuola chiede dignità e sicurezza
In una lettera aperta, pubblicata sul sito istituzionale dell’Istituto Comprensivo palermitano, gli insegnanti tutti chiedono il giusto riconoscimento sociale, dignità e sicurezza. La lettera indirizzata al Ministro dell’Istruzione e del Merito, ai sindacati e tutte le Istituzione e autorità competenti, ha lo scopo di accendere una luce su un tema molto importante e che non è più un caso isolato, ma un male di questa nostra attuale società.
Abbiamo sentito sulla vicenda una docente della scuola che è anche una nota dirigente sindacale della CGIL, Caterina Altamore, che con la cultura della trasparenza e dell’attenzione verso il mondo della conoscenza, ha voluto evidenziare il fatto accaduto e il problema della violenza gratuita rivolta verso chi opera ogni giorno nella scuola con amore e sacrificio. Ecco cosa scrivono gli insegnanti della scuola Lombardo Radice di Palermo:
Cari tutti,
Siamo insegnanti della scuola Ics Lombardo Radice e sentiamo il dovere di rivolgerci a voi con questa lettera aperta, perché non possiamo più tollerare le ingerenze e le aggressioni che quotidianamente subiamo nel nostro lavoro.
Recentemente, abbiamo vissuto un episodio gravissimo che ha scosso profondamente tutto il corpo docente: due collaboratori scolastici, hanno riportato una prognosi di sei giorni di riposo per aver impedito che un’insegnante precipitasse rovinosamente dalle scale, spintonata violentemente da un genitore, che chiedeva di raggiungere in aula la maestra del figlio, colpevole, a suo dire, di aver rimproverato il bambino.
Questi atti di violenza sono inaccettabili e rappresentano un grave attacco alla nostra dignità e alla sicurezza di tutti noi.
Come categoria, chiediamo con fermezza rispetto e tutele adeguate. La scuola deve essere un luogo di crescita, confronto e rispetto reciproco, non di violenza o intimidazione. È fondamentale che vengano adottate tutte le misure necessarie per garantire la nostra sicurezza, affinché episodi simili non si ripetano e che vengano puniti severamente coloro che si rendono protagonisti di comportamenti così gravi.
Esigiamo che tutta la comunità civile riconosca il nostro ruolo e la nostra professionalità, e che le istituzioni si impegnino a rispettare insegnanti, studenti e personale scolastico con azioni concrete e immediate. La tutela della nostra incolumità non può più essere rimandata, perché il rispetto per chi lavora con dedizione e passione deve essere una priorità.
Confidiamo nel vostro senso di responsabilità e nel vostro impegno affinché la scuola possa tornare ad essere un ambiente sicuro, sereno e rispettoso per tutti.
Ringraziandovi per l’attenzione e la sensibilità che vorrete dimostrare, restiamo a disposizione per eventuali incontri e approfondimenti.
Con fermezza e speranza.