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Voto di educazione fisica negli scrutini: per ora non cambia nulla

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Almeno per un altro anno le valutazioni dei docenti di educazione fisica continueranno ad avere, in sede di scrutinio di ammissione agli esami, lo stesso valore delle altre materie: il paventato “pericolo” di declassamento è stato probabilmente rinviato. A chiarirlo è stato il 23 gennaio il Ministero dell’Istruzione che ha inviato agli Uffici scolastici ed ai dirigenti una Circolare – la n. 10 dal titolo “Valutazione degli apprendimenti e del comportamento” – con la quale specifica che su questa materia  almeno nell’anno scolastico in corso non cambierà nulla.
Nella circolare, firmata dal Direttore generale Mario Dutto, c’è infatti scritto espressamente che “per quanto riguarda la valutazione dell’insegnamento dell’educazione fisica si conferma, nella prospettiva di una specifica modifica regolamentare, che tale disciplina, come da prassi diffusa, concorre alla determinazione della media dei voti“.
Il testo fa però pensare più ad uno slittamento del provvedimento che ad una definitiva “marcia indietro”. Anche perché nelle scorse settimane era stato lo stesso Miur a chiedere al Cnpi il parere sul seguente articolo contenuto: “Dalla votazione complessiva – riportava la bozza inviata al Cnpi – è escluso l’insegnamento della religione cattolica, ai sensi dell’art. 309 del Testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 296 nonché la disciplina relativa all’educazione fisica, ai sensi dell’art. 304 del medesimo Testo unico“. Da parte sua il Consiglio nazionale aveva già indicato “
la necessità di garantire la pari dignità di tutti gli insegnanti, concorrendo ciascuno alla crescita dello studente nel rispetto delle sue vocazioni ed attitudini, in modo da evitare inaccettabili differenziazioni, tra gli insegnanti di educazione fisica e religione e gli altri insegnanti
Incassato il parere, a dire il vero tutt’altro che diplomatico e consenziente, viale Trastevere attende ora il parere del Consiglio di Stato; poi sarà la volta della Corte dei Conti. Solo allora la bozza, con ogni probabilità riveduta a corretta, potrà essere trasformata in testo in Legge.
I tanti passaggi, alcuni dei quali dall’esito niente affatto scontato, hanno così indotto il Miur a desistere. Almeno per quest’anno.
Anche perché nel frattempo molti addetti ai lavori erano entrati in fibrillazione. Nei giorni scorsi l’ipotesi di escludere la materia da quelle che concorrono all’ammissione agli esami aveva creato diverse proteste. E su più fronti. Dopo le delle associazioni dei docenti della materia (uniti dal motto Non c’è educazione senza educazione fisica“) erano scesi in campo anche i sindacati. Come la Gilda degli Insegnanti: Escludere il voto di educazione fisica dalla valutazione complessiva – aveva fatto sapere il sindacato guidato da Di Meglio – è profondamente sbagliato perché si tratta di una materia che contribuisce alla crescita e alla formazione dello studente, anche attraverso la conoscenza e il rispetto delle regole, e perché rischia di provocare ripercussioni negative sulla gestione della condotta degli allievi nelle palestre, con particolare riguardo alla prevenzione degli infortuni”.
Da Como era partita anche una petizione (indirizzata ai massimi vertici del Miur), attraverso cui l’ipotesi veniva giudicata “fortemente discriminante nei confronti della disciplina stessa”, oltre che lesiva “della dignità dei docenti” e producente una “valutazione stessa priva di un elemento fondamentale della crescita e della vita degli alunni”.
La contestazione era arrivata sui banchi della commissione Istruzione al Senato: Antonio Rusconi, capogruppo del Pd aveva dichiarato che “è assurdo che in un Paese di bambini obesi, o comunque più bisognosi di maggior attività motoria, si pensi di declassare questa materia e i relativi insegnanti. Per questo – aveva sottolineato il senatore – servono certezze e non mortificazioni per gli insegnanti di educazione fisica“.
Ora la rettifica del Ministero. Che di fatto sposta in avanti la questione, ma non sembra dare alcuna certezza. Salvo quella che per quest’anno non cambierà nulla.