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Abita a 80 metri da scuola, il papà non va a prendere la figlia 13enne e i docenti chiamano i carabinieri

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Accade a Castelfranco Veneto. Mercoledì è stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine per convincere i genitori di un’alunna della scuola media Sarto ad andare a prendere la ragazza all’uscita da scuola.

“In base all’assurda circolare diffusa circa venti giorni fa dalla dirigente, dovrei andare a prendere tutti i giorni mia figlia di 13 anni e mezzo a scuola, per percorrere insieme a lei gli 86 metri di strada che dividono la scuola dal cancello di casa”, afferma il padre dell’alunna, Davide Brusatin al giornale locale Il Gazzettino.

“Sono stato addirittura chiamato dai carabinieri su ordine della preside, alla fine sono andato a prendere mia figlia, ma la situazione è imbarazzante. La dirigente dice che se non andiamo a prendere i nostri figli siamo responsabili di abbandono di minore – spiega Brusatin – Ma noi genitori siamo disponibili a firmare la liberatoria, prendendoci ogni responsabilità, i nostri figli sono in grado di tornare a casa da soli, non hanno bisogno di assistenza 24 ore su 24″.

La dirigente scolastica, Alessandra Fusaro, però, è ferma su quanto deciso in merito: “Fino a quando non uscirà la legge che consente ai genitori di sollevare la scuola dagli obblighi previsti dal codice civile non potrò consentire ai minori di 14 anni di tornare a casa se non accompagnati da un genitore o da un suo delegato”, spiega.

L’emendamento

Il 12 novembre è arrivato il primo via libera dal Parlamento per l’uscita autonoma da scuola degli alunni under 14, previa autorizzazione dei genitori, senza che le colpe di eventuali incidenti nel percorso per tornare a casa ricadano su dirigenti ed insegnanti dell’ultima ora di lezione. Nel provvedimento si precisa anche la modalità di esenzione dalla responsabilità in caso di servizi di utilizzo degli scuolabus.

La questione era venuta alla ribalta dopo una recente sentenza della Cassazione (n. 21593/2017) riguardante l’obbligo di vigilanza sui minori all’uscita dalle scuole. In particolare, la Suprema Corte ha stabilito che il coinvolgimento di un minore in un incidente fuori dal perimetro scolastico – un bambino di 11 anni era stato investito sulla strada pubblica – non esclude la responsabilità della scuola, cui spetta, appunto, l’obbligo di vigilanza.

In altri termini – secondo l’attuale normativa, così come sancito dalla Cassazione – gli studenti minori, anche quelli delle scuole Medie, vanno consegnati ai genitori o a chi per loro al termine delle lezioni e non possono allontanarsi da soli perché la scuola ha il dovere di provvedere alla loro sorveglianza per tutto il tempo in cui le sono affidati.

L’emendamento approvato prevede che i genitori o i soggetti affidatari dei ragazzi con meno di 14 anni possano autorizzare la scuola a “consentire l’uscita autonoma” degli alunni al termine delle lezioni.

L’autorizzazione, stabilisce la norma, “esonera il personale scolastico dalla responsabilità connessa all’adempimento dell’obbligo di vigilanza”.