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Accordo sul tutor: Associazioni genitori e opposizione pronti a dare battaglia

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Rivedremo con il ministro Fioroni lo stesso film al quale abbiamo assistito durante il periodo di Letizia Moratti ? Forse sì.
Fino al marzo scorso molti atti del Ministro furono oggetto di ricorsi al Tar, alla Magistratura ordinaria e finanche alla Corte Costituzionale. Ovviamente i ricorrenti erano Enti e associazioni politicamente schierati nell’area del centro-sinistra.
Adesso il film potrebbe riproporsi, a parti invertite.
Ad aprire le ostilità potrebbe essere l’Associazione Italiana Genitori, di orientamento cattolico, che con un secco comunicato stampa dichiara di essere del tutto contraria all’accordo su tutor e anticipi sottoscritto nei giorni scorsi da Aran e sindacati.

L’A.Ge – si legge nel comunicato diramato poche ore fa – ritiene che questo accordo contrattuale violi i diritti legittimi dei genitori, la libertà di apprendimento degli studenti e l’autonomia didattica ed organizzativa delle scuole. Non solo, ma sottolinea anche la grave anomalia italiana secondo la quale i contratti sindacali possono vanificare le leggi e sminuire le prerogative di un Parlamento, legittimato a legiferare dal mandato elettorale dei cittadini”.

– si legge nel comunicato diramato poche ore fa –

Maurizio Salvi, presidente dell’Associazione, aggiunge che l’intero Forum delle associazioni delle famiglie ha chiesto un incontro con il Ministro.
“E se non avremo risposte adeguate – conclude – saremo pronti anche a percorrere la via giudiziaria”
Intanto l’opposizione parlamentare ha già preparato una interrogazione in cui si chiede al Ministro “se non ritenga che, attraverso questa prassi, mai applicata prima d’ora nel nostro Paese, sia stata violata la Costituzione in quanto il Governo e il Parlamento si fanno “dettare le regole” dalle corporazioni sindacali, facendo strame della legge a vantaggio delle forze sociali, che, pur avendo rappresentanza, non possono certo rivendicare di sostituirsi al Parlamento”.
“Ma Ministro e Governo non si rendono conto – rincara la dose Valentina Aprea (FI), ex sottosegretario del ministro Moratti – che, se questa prassi disapplicativa si generalizzasse, nessuna riforma sarebbe possibile, né ora né mai, se non avallata dalle parti contrattuali ?”
E non è da escludere, a questo punto, che qualche Regione del centro-destra chieda alla Corte Costituzionale di pronunciarsi in merito, esattamente come accadde nel corso della precedente legislatura.