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Aggiornamento GPS: non c’è accordo dentro il Ministero; anche Pittoni (Lega) lo chiede

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Sulla questione dell’aggiornamento delle GPS è ormai in corso una vera e propria battaglia anche all’interno della maggioranza di Governo, anzi all’interno dello stesso Ministero.
Da un lato l’Amministrazione ha fatto intendere che per quest’anno le GPS non potranno essere aggiornate anche per problemi e difficoltà di natura organizzativa.
Ma lo stesso sottosegretario leghista Rossano Sasso ha più volte dichiarato (e lo ha ripetuto anche nelle ultime ore) che le graduatorie vanno assolutamente aggiornate in modo da dare risposta a centinaia di migliaia di precari che aspirano ad entrare nel mondo della scuola.
Oggi è intervenuto nuovamente anche il senatore Mario Pittoni, responsabile nazionale del Dipartimento Istruzione della Lega e vicepresidente della commissione Cultura a Palazzo Madama, secondo il quale l’aggiornamento delle graduatorie provinciali per le supplenze (GPS) non è rinviabile perché ci sono 700mila docenti ai quali va garantito il diritto esservi inclusi.
“I giorni scorsi – aggiunge Pittoni – ho avuto modo di discutere con ministro e vertici sindacali quella che appare come l’unica strada percorribile. Era infatti evidente dall’inizio che disporre in tempo utile del nuovo regolamento sarebbe stato impossibile. Non resta allora che prorogare l’efficacia dell’ordinanza ministeriale 60/2020, nel senso di farla valere anche per il primo rinnovo delle GPS”.
“In pratica – spiega il senatore della Lega – si prolungherebbe la validità dell’ordinanza nelle more dell’iter per l’emanazione del nuovo regolamento. Si andrebbe quindi semplicemente a prendere atto che, anche per il permanere dell’emergenza pandemica, si può solo continuare a utilizzare lo strumento attuale prorogandone la validità di un altro biennio”.
“In tal modo – conclude Mario Pittoni – tutti gli insegnanti potranno aggiornare il loro punteggio in relazione al servizio svolto nell’ultimo biennio; ci sarà via libera agli spostamenti da una provincia all’altra, con l’effetto non trascurabile di innalzare la qualità del servizio scolastico favorendo la mobilità di chi è maggiormente titolato; e inoltre migliaia di giovani laureatisi negli ultimi due anni avranno la possibilità di accedere all’insegnamento senza ricorrere alla messa a disposizione (MAD), che dovrebbe essere solo residuale”.