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Alunni con disabilità, 1 su 3 è autistico ma i docenti non sanno come trattarli: isolarli è errato, urge formazione per tutti i prof

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L’autismo è un disturbo del neuro-sviluppo in decisa crescita: ne è colpito un under 18 ogni 70-80, con prevalenza netta tra i maschi. L‘ultimo rapporto dell’Istat sull’inclusione degli alunni con disabilità ci ha detto che gli alunni con disturbi dello spettro l’autismo riguarda 107.000 giovani iscritti a scuola, pari ad oltre il 32% del totale degli alunni con disabilità iscritti a scuola, praticamente un terzo dei casi certificati.

Raffaele Iosa, ex ispettore scolastico, dirigente tecnico presso il Ministero con incarichi legati proprio ai temi della disabilità e dell’inclusione, ha dichiarato qualche mese fa alla Tecnica della Scuola che dobbiamo “parlare innanzitutto del forte aumento certificativo in corso da 20 anni. In questo periodo gli studenti con disabilità sono triplicati e tre tipi di disabilità sono esplosi nel panorama clinico: l’autismo (un terzo dei certificati 104), l’ADHD (disturbo dell’attenzione e iperattività), e il DOP (disturbo oppositivo provocatorio)”.

Iosa ha anche spiegato che “l’esplosione” di casi di autismo “ha seguito la diffusione del DSM V, il classico manuale statunitense di psichiatria del 2012 che viene ormai seguito dalle pratiche diagnostiche dei paesi europei. Autismo, ADHD, DOP sono da questo manuale particolarmente “medicalizzati”, ed hanno ottenuto un gradimento diagnostico prima del tutto assente. Il fatto è che anche le basi scientifiche di queste diagnosi sono discusse. Non esiste una certezza genetica e non esistono neppure “cure” farmacologiche particolarmente condivise”.

Anche a scuola, ha aggiunto, “molto spesso c’è la tendenza ad ‘isolare’ questi bambini e ragazzi anche perché ‘pericolosi’ per i compagni di classe. Per loro domina quasi sempre la cosiddetta ‘copertura totale’ (docente di sostegno + educatore comunale) in modo che mai siano lasciati ‘soli’. Siamo cioè già verso un declino separativo, in cui si diffondono ‘aule h’ e spazi separati”.

Secondo l’ex ispettore bisognerebbe “intervenire per sviluppare competenze più raffinate e serie di capacità inclusive per tutti i docenti coinvolti, sia per quelli di sostegno che per i curricolari”. Iosa e altri esperti stanno lavorando, a tale scopo, sulla “’cattedra inclusiva’, che nasce dalla necessità di formare intensamente tutti i docenti italiani”, quindi anche i curricolari”, così che siano in grado di affrontare “le nuove sfide che la profonda mutazione socio-culturale e scientifica delle disabilità sta producendo nelle nostre scuole”.

E anche tra gli insegnanti di sostegno non sempre c’è adeguata preparazione a trattare uno studente con disturbo autistiche: almeno 70 mila di coloro che ogni anno sottoscrivono una supplenza annuale, su organico di fatto, non hanno nemmeno la specializzazione su sostegno.

Secondo l’associazione MGL ApS di Robbiate – che ha organizzato un percorso formativo sull’autismo rivolto a genitori, educatori e professionisti del settore (si svolgerà dal 4 marzo al 15 aprile) – “c’è bisogno urgente di conoscenza e consapevolezza in questi ambiti a fronte di un aumento esponenziale di casi in tutto il Paese. Non sono pronte le istituzioni ma spesso neppure le famiglie. E anche le norme non sono adeguate”.

“Basta pensare che dopo i 18 anni la persona con autismo non viene riconosciuta come tale, ma considerata nell’indifferenziata categoria dei malati psichiatrici. Mentre secondo i dati OssNA, 1 bambino italiano ogni 77 nella fascia di età 7-9 anni ha un disturbo dello spettro autistico (4,4 maschi ogni 1 femmina) e le statistiche rivelano che il fenomeno è in forte aumento e manca pure un registro nazionale completo dei casi”.