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Asili nido, Palermo: “Luoghi educativi che servono per ridurre dall’inizio i divari sociali. No a rette troppo elevate” – PODCAST

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Oggi, 4 maggio, il nostro vicedirettore Reginaldo Palermo è intervenuto all’interno della trasmissione Open Day di Radio Cusano Campus per parlare delle novità relative agli asili nido, tema che è stato toccato dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ieri nel corso del question time alla Camera.

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Ecco cosa ha detto il nostro vicedirettore, che ha esposto lo stato dell’arte relativo al numero di asili nido in Italia supportandolo dai dati: “Da anni l’obiettivo del Governo è raggiungere almeno il livello previsto in Europa, il 33%. Cosa si intende con questa quota? Significa che almeno un bambino su tre, da zero a tre anni, dovrebbe avere la possibilità di frequentare un asilo nido. Al momento questa percentuale non è stata raggiunta, l’ultimo dato oscilla al 27%”.

“Siamo comunque abbastanza vicini al target a livello nazionale. In alcune regioni, però, ne siamo invece lontanissimi. Nel nord-est e nel centro Italia il target è stato raggiunto da tempo, mentre in alcune zone della Sicilia, della Campania e del Calabria, si arriva solo al 10%”, ha aggiunto, sottolineando l’enorme gap che esiste nel nostro Paese.

Le difficoltà degli enti locali

Ecco, poi, un commento alle recenti parole del capo del dicastero di Viale Trastevere: “Qui entra in gioco il Pnrr che mette a disposizione 5 miliardi per la costruzione di nuovi edifici. Il problema è che l’Europa ha stabilito dei tempi, e non è detto che riusciamo a rispettarli. In alcune aree gli enti locali, che dovrebbero gestire il piano di edilizia, non hanno strutture tecniche adeguate per lavorare in fretta e avere edifici pronti. Su questo tema è intervenuto il ministro Fitto, poi Valditara ha rassicurato tutti ma ha fatto capire che il problema c’è. Valditara ha fatto capire che si potrebbe anche riuscire a costruire tutti gli edifici nei tempi previsti; ma si riuscirà poi a gestire tutti questi asili nido? Questo è l’altro tema di grande importanza”.

Come ha spiegato Palermo, gli asili nido non sono semplici luoghi in cui “parcheggiare” i figli, anzi: “Il dramma è al Sud, che sarebbe proprio il territorio dove la diffusione degli asili nido sarebbe importante. Tutta la ricerca pedagogica degli ultimi anni ha messo in evidenza un fatto importante: gli asili nido dovrebbero funzionare come strutture educative. Il Piano 0-6 collegato 107 del 2015, la Buona Scuola, prevedeva anche per gli operatori degli asili nido una laurea specifica. Gli asili nido potrebbero davvero fungere come strumenti per ridurre dall’inizio il divario sociale. Sarebbe decisivo”.

“C’è un problema di natura culturale”

“Questa questione è molto complessa, c’è un problema di fondi, di gestione, di professionalità che ad oggi non esistono. C’è un problema anche di natura culturale. Si tratta anche di far capire ai cittadini che gli asili sono luoghi educativi importanti. Per fare in modo che le famiglie possano sfruttare a pieno queste possibilità però bisogna avere rette accessibili. Vediamo nelle prossime settimane come decollerà il piano del Governo e soprattutto quanto tempo concretamente i Comuni impiegheranno per far partire i lavori e aprire questi nuovi asili nido realizzati con i fondi del Pnrr. Aspettiamo se davvero ci sarà questa svolta che tutti si auspicano, soprattutto le famiglie, sempre tenendo conto del problema cruciale delle rette. Se queste sono elevate diventa complicato”, ha concluso il nostro vicedirettore Reginaldo Palermo, che più volte ha sottolineato l’importanza di non stabilire grossi oneri economici per le famiglie che decidono di mandare i propri bambini in queste strutture.